Chiudere l’area a caldo attraverso la decarbonizzazione è una enorme bugia elettorale che in tanti ormai raccontano.
Così come fino a poco tempo fa si ripeteva all’infinito il mantra dell’ambientalizzazione.
Sostituire una fonte fossile con un altro fossile (il gas) per alimentare il ciclo produttivo dell’ex Ilva non significa chiudere.
Se poi a dirlo sono i rappresentanti locali di partiti nazionali che votano per la continuità produttiva in Parlamento il quadro è completo.
Mentono sapendo di mentire, per ingannare l’elettorato tarantino sensibile alle tematiche ambientali.
Anche la tanto decantata “ordinanza” dell’ex Sindaco Melucci è stata spacciata come una vittoria dell’amministrazione ma in realtà, come dimostrato dalla sentenza del Consiglio di Stato, non poteva avere nessuna efficacia.
Il nostro impegno resta lo stesso: mettere in campo ordinanze urgenti e contingibili che colpiscano il cuore di quella fabbrica che, al netto della propaganda del PD e affini, continua ad avvelenare la città.
Non si può parlare di futuro se non si parte dalla chiusura dello stabilimento, con conseguente reimpiego delle maestranze nello smantellamento e nella bonifica.