Pensavamo che quello che è successo a novembre scorso a Taranto fosse un caso isolato. Invece no: per chi si propone come prossimo amministratore della nostra città è evidentemente un modus operandi da replicare.
Qualcuno non si allinea? Ci si organizza e ci si dimette per eliminare politicamente il dissidente.
La cacciata dell’avvocato Egidio Albanese dal Ctp per divergenze politiche è l’epilogo di una politica dell’abuso e della prevaricazione: un vero e proprio ricatto politico che non può non essere stigmatizzato da chi rispetta le istituzioni e non pretende di usarle per i propri consumi elettorali. La continuità amministrativa è un valore e lo è anche il rispetto degli avversari politici, di chi decide di seguire una strada politica diversa dalla nostra.
Rivendichiamo distanza siderale dai loro metodi. Mai infatti ci siamo sognati in questi mesi di far dimettere i componenti del cda di Infrataras per far cadere il presidente, l’avvocato Francesco D’Errico, candidato nelle liste di Walter Musillo. Avremmo potuto, ma non lo abbiamo fatto.
Solidarietà al collega Albanese, certo che non si farà intimidire da questi atti. I cittadini per bene, seri, capaci di osservare con occhio libero e critico questi avvenimenti, sapranno giudicare a tempo debito.