“Trasformare l’area dell’ex Cementir di Taranto, ora Cemitaly, in un sito per la produzione di idrogeno green”. Questa la proposta avanzata dal consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd), in una mozione presentata nei giorni scorsi che sarà presto discussa in Consiglio.
“L’obiettivo è duplice – spiega l’esponente dem – realizzare un concreto esempio di riconversione industriale in chiave sostenibile e offrire una prospettiva di lavoro ai 51 dipendenti per i quali dal 15 settembre 2022 cesserà definitivamente la cassa integrazione. Inoltre, sarebbe un contributo importante per rendere l’Italia meno dipendente da fonti energetiche fossili e sarebbe in piena sintonia con la volontà, pubblicamente espressa dal presidente Michele Emiliano, di insediare a Taranto centri per la produzione di idrogeno verde”.
Secondo Di Gregorio c’è anche il canale di finanziamento pubblico dal quale attingere le risorse. “La Giunta regionale pugliese – prosegue – con deliberazione del 31 gennaio 2022, ha aderito all’Avviso Pubblico del Ministero della Transizione Ecologica finalizzato alla selezione di proposte per la realizzazione di siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. L’Avviso rende disponibile una dotazione complessiva di 500 milioni di euro a valere sul Pnrr”.
“L’ex Cementir di Taranto – aggiunge Di Gregorio – possiede tutti i requisiti per candidarsi: si estende su un’area di 300 mila metri quadri, si trova nell’area industriale ionica, è un sito fermo dal 2014. Con la mia mozione, condivisa da gran parte del Gruppo Pd, chiedo alla giunta regionale due cose: attivare con urgenza una discussione e un confronto che coinvolga i soggetti interessati, compreso Enti e Istituzioni nazionali, al fine valutare tutte le iniziative utili ad evitare la perdita di ulteriori 51 posti di lavoro; promuovere la candidatura del sito ex Cementir di Taranto come centro di produzione di idrogeno verde in adesione all’Avviso Pubblico del Ministero della Transizione Ecologica”.
“L’area ionica, più di altre province della Puglia e del Mezzogiorno – conclude Di Gregorio – è interessata da una grave crisi dell’occupazione cui si aggiunge una drammatica situazione ambientale. Questa particolare condizione non può essere ulteriormente aggravata dalla vertenza ex Cementir né con la perdita di altri 51 posti di lavoro, né abbandonando il sito industriale e gli impianti in esso contenuti ad un certo degrado che andrebbe a compromettere ancora di più il quadro ambientale del capoluogo ionico”.