All’esterno della Questura di Taranto, il punto di accesso per la presa in carico delle persone in fuga dalla guerra. Dopo che il personale ASL effettua i tamponi, l’anamnesi sanitaria e la regolarizzazione per l’assistenza sanitaria, gli stranieri proseguono in Questura le attività di identificazione e rilascio del permesso di soggiorno.
La guerra in Ucraina ha costretto milioni di persone a fuggire dalla propria casa, molte di esse sono giunte in Italia in questi giorni e altre ne arriveranno nel prossimo futuro. Alle attività di accoglienza a cura dei Comuni, con il prezioso supporto delle associazioni, si affiancano tutte le attività per garantire alle persone arrivate sicurezza e salute.
Per questo motivo, la ASL Taranto, in sinergia con la Questura di Taranto, ha predisposto un punto di accesso dedicato alle persone provenienti dall’Ucraina. In questo modo, gli ucraini giunti nel nostro territorio possono effettuare in un unico momento e in un unico luogo quanto previsto dalla normativa vigente.
All’esterno della Questura di Taranto, in via Giovanni Palatucci 5, infatti, è stato predisposto uno spazio nel quale vengono effettuati i tamponi Covid-19, obbligatori entro 48 ore dall’ingresso in Italia, e compilata una scheda sanitaria e di anamnesi vaccinale per verificare le vaccinazioni effettuate e eventuali altre necessità sanitarie.
Agli stranieri viene immediatamente rilasciato il codice STP, che identifica gli stranieri temporaneamente presenti sul nostro territorio e sostituisce la tessera sanitaria per l’accesso ai servizi sanitari, come il “percorso rosa” per le donne in gravidanza e le procedure vaccinali per i bambini. Contestualmente avviene l’assegnazione del medico o del pediatra di base.
“Dobbiamo favorire quanto più possibile l’accoglienza, nel rispetto delle procedure amministrative e sanitarie – afferma Michele Conversano, direttore del Dipartimento di prevenzione di ASL Taranto – Il primo step è il tampone per identificare immediatamente gli eventuali casi positivi di contagio e poterli trattare nel miglior modo possibile. Redigiamo anche una scheda anamnestica vaccinale sia per la vaccinazione anti-covid sia per le vaccinazioni pediatriche che purtroppo, in questo periodo, in Ucraina sono state sospese. Come Dipartimento di prevenzione, quindi, ci facciamo carico di questi aspetti: la postazione qui in Questura è il primo approccio, ma poi la presa in carico prevenzionale segue nelle nostre sedi sanitarie vaccinali periferiche.”
Attraverso un buon lavoro di sinergia tra ASL e Questura, quindi gli stranieri vengono sottoposti dal personale della Questura alle previste attività di identificazione, registrazione e conseguente rilascio del permesso di soggiorno e degli altri documenti necessari per garantire loro la permanenza.
“In sede di riunione presieduta dal Prefetto, abbiamo previsto la possibilità di snellimento delle procedure di accoglienza dei profughi ucraini – spiega il Questore di Taranto, Massimo Gambino – qui in Questura vengono eseguiti prima i tamponi e poi si passa alla fase amministrativa di rilascio del codice STP per l’accesso alle prestazioni sanitarie. C’è una sinergia completa con l’Asl che provvede a queste incombenze. Per quanto riguarda le fasi che competono direttamente alla Questura, dopo il tampone c’è il passaggio all’Ufficio Immigrazione e Polizia scientifica per il foto-segnalamento e poi si procederà, come previsto dalla normativa, con il rilascio di un permesso di soggiorno provvisorio della durata di un anno, se non ci sono particolari problemi.
Questo consente di alleviare, seppur in parte, il disagio e la sofferenza di queste persone, nella tutela della salute pubblica”.
Questa forma di collaborazione tra ASL e Questura è stata fortemente voluta anche dalla direzione strategica dell’azienda sanitaria tarantina: “Abbiamo deciso di fare tutto quanto in nostro potere per semplificare la vita alle persone che hanno abbandonato le proprie case per sfuggire a questa tragedia che è la guerra – afferma Vito Gregorio Colacicco, direttore generale ASL Taranto – si tratta di donne, bambini e anziani fortemente provati, che quindi hanno bisogno di non doversi recare in posti diversi e in momenti diversi per avere le prime risposte amministrative e sanitarie. Ringrazio il Questore Gambino che, con pragmatismo e sensibilità, ha predisposto quanto necessario per la creazione di un unico punto di accesso che potesse semplificare le procedure.”