La Digos sta completando a Taranto l’identificazione di coloro che ieri pomeriggio hanno lanciato sassi contro la fregata Carabiniere della Marina Militare mentre transitava nel canale navigabile per dirigersi nel Mar Piccolo. Si tratterebbe a quanto pare di persone – una ventina circa – riconducibili all’ambiente dei centri sociali. L’AGI apprende da fonti investigative che in queste ore si sta sviluppando attività di polizia giudiziaria a 360 gradi. Le ipotesi di reato vanno dalla manifestazione non autorizzata al vilipendio di corpo armato dello Stato. A valle dell’identificazione dei singoli sarà però possibile – spiegano le fonti – individuare meglio le responsabilità di ciascuno .
Il lancio di pietre è partito all’improvviso dal lato città vecchia del canale navigabile che è anche quello più prospiciente il mare. Per consentire il passaggio dell’unità è stato aperto il ponte girevole e agli accessi del ponte stazionano in questo caso pattuglie dei Carabinieri e della Polizia locale visto che il traffico viene temporaneamente bloccato. Le pattuglie però non sarebbero riuscite ad intervenire immediatamente anche perché lontane dal punto in cui è avvenuta la grave contestazione. All’indirizzo dell’equipaggio è stato anche lanciato più il grido di assassini . Il gesto ha suscitato la condanna del mondo politico. La nave Carabiniere fa parte del programma Fremm della Marina Militare ed è tornata a Taranto dopo una missione operativa per effettuare lavori nei bacini dell’Arsenale militare. E’ stata varata nel 2014 e consegnata alla Marina un anno dopo sviluppa una lunghezza di 145 metri ed uno dislocamento a pieno carico di 6.700 tonnellate ed ha un equipaggio di 168 militari tra uomini e donne. Tra le missioni dell’unità il contrasto al naviglio ostile e la lotta antisommergibile