«Quando il dialogo, la critica costruttiva, la conoscenza e il merito diventano deboli, allora qualunque futura classe dirigente è in pericolo. È questo il momento cruciale in cui bisogna credere e investire nella scuola.
Perciò qualora fossi eletto sindaco, non avrei remore a ricominciare da lì, per lanciare un segnale preciso e anche nell’ambito delle scelte urbanistiche e per fare in modo, ad esempio, che lo storico Liceo Classico
“Archita” torni nella sua sede storica di Palazzo degli Uffici».
È questo il pensiero del candidato sindaco Walter Musillo della “Grande Alleanza per Taranto” sul tema della scuola. Nei giorni scorsi, Musillo, ha incontrato e ascoltato molti operatori scolastici di Taranto. È stata un’occasione per manifestare la propria sul palazzo ubicato in pieno Borgo e oggetto di operazioni di ristrutturazione a intermittenza.
«Vi sono una serie di buone ragioni affinché il Liceo Archita – spiega Musillo – torni lì dove tutto ebbe inizio circa 150 anni fa. Innanzitutto, nel rispetto del vincolo posto dalla stessa Soprintendenza Architettonica che, sulla presenza dell’istituto di formazione superiore, non ha mai avuto dubbi. Inoltre, c’è un dato strategico e simbolico allo stesso tempo. Dobbiamo guardare di più alla scuola per restituire, soprattutto alle nuove generazioni, non solo l’abitudine al pensiero e al giudizio che ne consegue, ma anche l’abitudine al decoro, al bello, che va restituito agli studenti tarantini. Ne gioverebbe anche l’intera comunità».
«Sul futuro del Palazzo degli Uffici – continua Musillo – già luogo di formazione sociale e politica dello statista Aldo Moro, infatti, non incombe solo il dubbio di ristrutturazioni (con una possibile destinazione d’uso commerciale) ma anche il timore che ad essere sacrificate siano le attività tipiche dello stesso Liceo classico “Archita”».
«È paradossale che il palazzo dell’antico orfanotrofio militare, ribattezzato dall’amministrazione uscente come “Palazzo Archita”, – conclude Walter Musillo – proprio dell’Archita possa fare a meno. È ancora più irragionevole che mentre si reclamizzi una rinascita, che non c’è, si infligga un pesante danno proprio ai nostri ragazzi, che costituiranno la futura classe dirigente di Taranto. Ho l’impressione che negli anni di governo della precedente amministrazione, l’intera città abbia recitato il “de profundis”.»