Si chiamano UEPE, un acronimo che in realtà definisce gli Uffici Locali per l’Esecuzione Esterna Penale. Uffici periferici del dipartimento della giustizia minorile e di comunità che in ogni territorio si occupano del trattamento socio rieducativo delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà.
Negli uffici UEPE di Taranto, in via Cagliari, ad occuparsi del difficile compito, in una comunità dove il tema della devianza e delle misure non detentive nonché quello del reinserimento sociale dovrebbe essere fondamentale, ci sono i funzionari di servizio sociale che gestiscono un carico di lavoro annuo di circa 2500 casi.
Si tratta di un lavoro complesso (svolto anche nelle sedi di Bari, Lecce, Brindisi e Foggia), che regola un percorso delicato e difficile in cui al ruolo svolto dagli assistenti sociali non è attribuito il valore che merita – spiegano Emanuela Cucci e Alessandra Ingrassia assistenti sociali delegate della Funzione Pubblica CGIL di Taranto – con l’aggravio di carenze di mezzi e risorse e di un trattamento economico sostanzialmente rimasto invariato per dieci anni.
Gli assistenti sociali degli uffici locali, distrettuale e interdistrettuale della Regione Puglia costituiscono il motore operativo su cui ruota l’esecuzione penale esterna che è attualmente la modalità prioritaria di scontare una condanna – continua la nota della FP CGIL – ma malgrado tutto si lasciano soli gli assistenti sociali e i Direttori degli Uffici, che cercano di ottemperare al meglio alle criticità evidenziate, di fronte ad un’emergenza destinata a diventare sempre più grande.
La complessa realtà del Servizio Sociale della Giustizia ,condiviso da tutti gli operatori del settore della Regione Puglia, ha consentito di istituire un tavolo tecnico di studio dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali Puglia al fine di portare le legittime istanze della categoria all’attenzione del Dipartimento di giustizia minorile e di comunità.