Cambia il mondo, cambia la vita, cambia la nostra quotidianità. È inevitabile quindi che cambi anche un settore come quello del tempo libero, in particolare del gioco. Un’industria, più che un semplice segmento, che coinvolge tantissimi italiani, che offre lavoro a migliaia di professionisti, che attira investitori da ogni parte del mondo.
E anche il gioco sta cambiando, in particolare dopo questa pandemia da Covid 19, che ha accelerato un processo che era iniziato da mesi: stiamo parlando del lento passaggio dal gioco tradizionale, fisico, ormai antico, a quello online. Un cambiamento che porta con sé incognite e problemi, rischi e opportunità, aspetti negativi e come ogni cosa anche positivi.
Su queste dicotomie e contrapposizioni del gioco legale si è soffermato Riccardo Grassi, direttore dell’istituto di ricerca SWG, che è intervenuto all’evento “Il gioco buono. Il punto di vista degli enti locali”, organizzato da Formiche. Un appuntamento fatto per commentare i risultati dell’indagine svolta sull’ultimo periodo del mondo del gambling, per far venire a galla possibili zone d’ombra e trovare così strumenti per combatterle.
Ad emergere è la necessità di un preciso e accurato riordino del settore, nell’ottica del rispetto degli interessi dello stato, della salvaguarda dell’utente e della tutela delle imprese di gioco. Da un lato ci sono gli enti locali, che hanno chiesto una diminuzione dell’offerta, dall’altra invece le aziende del settore, che chiedono invece regole chiare e trasparenti. Una necessità che è percepita come impellente anche dai palazzi di potere, in particolari da fonti del Governo: “Il riordino è essenziale perché è prodromico al rinnovo delle concessioni. L’impossibilità di celebrare procedure selettive di alcuni dei più diffusi prodotti di gioco, tra cui il Bingo appunto, è una sfida che il legislatore deve assumere per riavviare il circolo virtuoso dell’ordinario esercizio delle concessioni“. Queste le parole di Federico Freni, sottosegretario all’Economia con delega ai giochi.
Un riordino che dovrà mettere mano anche al contrasto del gioco illegale, tornato pericolosamente in auge durante le chiusure della pandemia. Fondamentale in questo senso sarebbe aiutare gli utenti e i giocatori a distinguere le piattaforme nocive da quelle invece legali e sicure, un piano che sarebbe possibile attraverso una campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione che appare però impossibile allo stato attuale. Le restrizioni pubblicitarie e informative, infatti, bloccano qualsiasi possibilità di parlare e di relazionarsi con il giocatore. Il riordino del mondo del gioco, insomma, potrebbe partire proprio da qui a risanare le crepe del gambling.