Contro il caro-bollette che sta colpendo negozi, consumi e imprese, flash mob questa mattina a Taranto di Confcommercio davanti alla sede dell’associazione.
Una protesta silenziosa con i commercianti e i rappresentanti delle categorie che hanno innalzato cartelli che riproducevano i dati delle bollette elettriche del bimestre novembre-dicembre 2021 con pagamento a gennaio 2022.
“Così non si può reggere, chiediamo al Governo una politica energetica importante che renda l’Italia autosufficiente e un intervento altrettanto importante a sostegno delle imprese – ha rilevato il presidente di Confcommercio Taranto -. Perché non è possibile che una azienda che deve produrre, chiuda perché è elevatissimo il costo dell’energia”. Secondo Giangrande, “gli aumenti stratosferici delle bollette non puoi caricarli sul consumatore perché è già spaventato e i consumi si stanno ritraendo. Sono aumentati tutti i prezzi. Nella distribuzione – ha aggiunto – abbiamo costantemente richieste di aumenti perché l’industria non ce la fa. Per un esempio, mezzo chilo di pasta è aumentato da 0,45-0,49 a 0,65-0,79”. “Nel momento in cui ci sono questi aumenti – osserva Giangrande – si prova a contenere ma il problema di fondo è che poi i consumi frenano e non c’è ripresa. Bisogna intervenire strutturalmente per dare una mano alle imprese. Perché – conclude – è tutto a catena: energia, trasporti, gasolio. Così si crea ansia nel consumatore e non quel circuito virtuoso che nel 2021 c’è stato”.
I cartelli evidenziavano per i vari settori le somme da pagare. Si va per l’importo delle bollette dal raddoppio alla triplicazione con comparti come gli alberghi, i supermercati e la distribuzione e commercio che sono stati investiti da rincari percentuali a tre cifre. Per Leonardo Giangrande, presidente Confcommercio Taranto, “purtroppo la situazione sta diventando drammatica. Tutti gli aumenti che ci sono stati negli ultimi mesi stanno compromettendo la ripresa dell’economia”.
“Nel 2021 abbiamo avuto la ripresa economica attorno al 6,5 per cento del Pil, ma venivamo da un 2019 difficile e da 2020 con un -12 per cento. Il 2022 – ha detto Giangrande – doveva rappresentare una ulteriore ripresa per recuperare i due anni persi. Invece così non può essere perché il carobollette sta mettendo in ginocchio tantissime aziende”. “Il miliardo messo dallo Stato è niente in rapporto alle difficoltà – ha aggiunto Giangrande -. Si valuta, per far riprendere l’economia e le imprese, di una disponibilità di circa 37 miliardi. Ci sono aziende che stanno chiudendo e non facendo ripartire le aziende, non riparte l’occupazione. Abbiamo chiesto una cassa integrazione legata alla situazione Covid 2022 che non è stata accettata e qui c’è ormai una situazione di sopravvivenza”.