Nel corso del Question time tenuto in Commissione Affari Sociali, il Ministero della Salute ha replicato ad un’interrogazione presentata dall’on. Rosalba De Giorgi (GRUPPO MISTO) allo scopo di avere notizie sugli indennizzi a favore delle famiglie di Taranto colpite dall’inquinamento. Il rappresentante del Governo ha assicurato la massima attenzione sui problemi sanitari che affliggono la città ionica, ma sui sostegni economici richiesti non è stata fornita alcuna risposta
“ Sarà cura del Ministero della Salute tenere alta l’attenzione sulla situazione sanitaria nell’area di Taranto, avviando nel rispetto dei profili di competenza ogni necessaria ed utile iniziativa a tutela del diritto alla salute.”
E’ quanto dichiarato, nell’ambito del Question time tenuto in Commissione Affari Sociali, dal sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, Andrea Costa, a conclusione della replica all’interrogazione che l’on. Rosalba De Giorgi ha presentato per conoscere i tempi di attuazione dell’impegno assunto dal Governo nel dicembre del 2020 a seguito di un ordine del giorno firmato dalla deputata tarantina del Gruppo Misto. In quell’occasione, l’on. De Giorgi chiese l’adozione di iniziative volte a prevedere per l’area di Taranto la creazione e la successiva applicazione di un regime di indennizzo capace di sostenere economicamente sia le famiglie che devono fronteggiare spese sanitarie per cure oncologiche, sia quelle che hanno subìto la perdita dei propri cari a causa di patologie tumorali o comunque collegabili agli effetti dell’attività industriale inquinante.
Da allora, però, nulla si è saputo in merito ed è stato per questo motivo che la parlamentare ionica ha deciso di “interrogare” il Governo allo scopo di ottenere i chiarimenti necessari.
La delega a fornire una risposta è stata assegnata al Dicastero della Salute che, tramite il sottosegretario Costa, rispettando i profili di competenza, ha illustrato le tappe dell’attività avviata dal suo Ministero a seguito del protocollo d’intesa firmato con la Regione Puglia nel febbraio del 2018. Da quel momento sono stati erogati 2.253.854 euro (il 17 dicembre 2020) e 3.345.795 euro (nel maggio del 2021); il 31 agosto del 2021 si è preso atto dello stato di avanzamento di una serie di interventi che comprende la fornitura di 1 Tomoterapia; 1 Tomografo Assiale Computerizzato per applicazioni di terapia oncologica; 1 Tomografia Assiale Computerizzata per la Radiologia; 4 Ecografi di fascia alta; 2 PET/TAC e 1 Gamma Camera; 2 Acceleratori lineari; 3 Mammografi con tomosintesi; 1 Apparato per diagnostica telecomandata con teleradiografo. Come precisato dal sottosegretario, i primi sei interventi (il cui valore si attesta intorno ai 18 milioni di euro) sono completati e collaudati, mentre i restanti (per un valore di circa 11 milioni di euro) risultano in via di definizione.
Sempre nel corso del Question time, Costa ha voluto ricordare che il Ministero della Salute coordina due Tavoli per l’area ex Ilva di Taranto: uno è l’Osservatorio Epidemiologico a supporto della Cabina di Regia inter-istituzionale istituita presso lo stesso Ministero; il secondo è il Gruppo di lavoro 3 (“Taranto sana, sicura e sociale”) individuato dal Nucleo tecnico previsto dal CIS.
Inutile sottolineare che nelle risposte fornite dal sottosegretario, pur assicurando che viene tenuta alta l’attenzione sulla situazione sanitaria di Taranto, non è stato fatto alcun cenno agli indennizzi richiesti per le famiglie di Taranto. Una situazione che ha indotto l’on. De Giorgi a dichiararsi assolutamente non soddisfatta, il tutto non mancando di ringraziare il rappresentante del Governo per le informazioni fornite sul tipo di interventi messi finora in atto.
In particolare, nel corso della sua replica la deputata tarantina ha dichiarato quanto segue:
“ In realtà, mi sarei aspettata una soluzione immediata ad un problema che per i cittadini di Taranto non solo si trascina da decenni, ma che con il trascorrere del tempo diventa sempre più gravoso ed insostenibile. Anche perché le malattie ed i decessi collegabili all’inquinamento di natura industriale continuano ad aumentare, nonostante qualcuno sostenga che in riva allo Jonio si registri un miglioramento della qualità dell’aria. Per tutti coloro che abitano nella “città dei due mari” l’attesa di provvedimenti in grado di mutare una situazione sanitaria ed ambientale a dir poco drammatica non può protrarsi ulteriormente. In questi mesi, il Governo ha annunciato di voler rendere lo stabilimento siderurgico (oggi denominato “Acciaierie d’Italia) più sicuro e più “verde”. Si parla tanto di transizione ecologica, di un futuro “green”, di nuove tecnologie che, capaci di garantire “acciaio pulito”, andranno a soppiantare l’attuale modello produttivo, ormai obsoleto ed antieconomico. Si parla di almeno una decina di anni prima che ciò possa accadere. Ma Taranto ed i suoi cittadini non possono aspettare… altri dieci anni.
Altri dieci anni: sono un’eternità per chi quotidianamente sperimenta sulla propria pelle gli effetti di una produzione industriale che, a mio parere, non può essere additata come modello da seguire.
Si indica lo stabilimento ex ILVA come un’impresa strategica per il nostro Paese, un’impresa che sarà oggetto di decarbonizzazione grazie ai soldi degli ex proprietari (la famiglia Riva) per poi procedere verso la realizzazione di impianti che non vadano ad impattare sull’ambiente e sulla salute. Tutto questo potrebbe andar bene, a condizione che si prosegua con le opere di bonifica dei numerosi siti inquinati presenti a Taranto e che alle istanze della popolazione si forniscano risposte convincenti seguite da fatti capaci di dimostrare che il destino della città non dovrà essere legato per sempre a quello della fabbrica.”