Oggi 16 novembre 2021, abbandonato dalla sua stessa maggioranza, viene sfiduciato il sindaco Rinaldo Melucci. Oggi cade l’impero di malgoverno e malagestione della cosa pubblica, costruito da un Sindaco che, sin da subito, ha dimostrato una scarsissima attitudine alla guida di una città splendida e complessa come Taranto.A distanza di tre anni esatti da quel 14 novembre in cui il consigliere Battista si fece promotore di una raccolta firme tra i colleghi consiglieri, oggi cala il sipario su una amministrazione che, per sopravvivere, ha cercato sempre nuove alleanze, si è retta su sodalizi sempre più improvvisati e trasversali, fino a raggiungere l’ex citiano Ciraci, con il solo scopo di rimpinguare i numeri sempre più risicati della maggioranza. Quella di oggi per noi rappresenta una vittoria morale nei confronti di chi ci ha tacciati di disfattismo. La caduta di Melucci, decretata inesorabilmente da 17 consiglieri, anche appartententi alla sua stessa maggioranza e molti dei quali rappresentati in Giunta da uno o più assessori, è la prova del fatto che in questi anni, con le mani libere da nomine e regalie varie, siamo stati solo megafono di un malcontento generale. A poco sono serviti gli equilibrismi del buon Rinaldo che, tra una delega, un assessorato e un affidamento diretto, ha speso questi 4 anni e mezzo a lavorare più per se stesso che per Taranto.Melucci sarà ricordato come il sindaco che ha coperto la città di lussuosi ed enormi tappeti sotto i quali nascondere la polvere che auspichiamo sarà riportata alla luce dalla Procura e dalla Corte dei Conti a cui, negli anni, abbiamo denunciato più volte una gestione quantomeno discutibile del danaro pubblico.In primavera la città sarà chiamata a scegliere i suoi nuovi amministratori. Che la matita diventi nelle cabine un potentissimo strumento di riscatto, scegliendo chi della difesa di questa meravigliosa e sfortunata terra ha fatto una missione di vita.