Continua, senza sosta, l’attività della Guardia costiera di Taranto nel contrasto degli illeciti in ambito marittimo e portuale, con particolare attenzione al settore della pesca illegale, sia professionale che sportiva.
Nello scorso fine settimana i controlli da parte dei militari della Capitaneria di porto sono proseguiti serrati e hanno portato ad elevare una sanzione pecuniaria amministrativa da 1000 euro a carico di diportisti che utilizzavano attrezzi da pesca non consentiti per la pesca sportiva e ricreativa in Mar Grande, con il contestuale sequestro di una rete della lunghezza di 80 metri.
L’attività di polizia marittima in questione è proseguita con il successivo sequestro di una rete da posta della lunghezza di circa 2.500 metri. Il provvedimento è stato eseguito a carico di ignoti pescatori di frodo, che avevano posizionato illegalmente l’attrezzo in questione nelle acque antistanti l’Isola di San Paolo, nella Rada del Mar Grande.
Il contrasto alle pesche di tipo illegali è sancito, oltre che dalle normative nazionali, altresì da quelle comunitarie, in base alle quali l’Italia ha assunto precisi obblighi in materia di repressione degli illeciti nel comparto ittico.
Si tratta, come evidente, di un’attività che è soprattutto finalizzata alla tutela degli stock ittici da fenomeni di prelievo incontrollati e irrispettosi dell’ambiente marino, oltre che volta a garantire i pescatori professionali che esercitano la pesca in maniera responsabile e rispettosa delle norme, nei cui confronti i pescatori di frodo svolgono una concorrenza senza ombra di dubbio oltremodo sleale.
Non va, infine, taciuto come i controlli in questione implichino, altresì, profili di tutela della sicurezza della navigazione, posto che assai spesso gli attrezzi da posta illegali vengono lasciati alla deriva privi di qualsivoglia idoneo sistema di segnalamento e possono costituire, soprattutto di notte, un serio pericolo per le unità navali in transito, specie se di ridotte dimensioni.