Un quadro idilliaco quello dipinto durante l’incontro con i sindacati, dal direttore di area ing. Uricchio e dal dott. Golini, nuovo responsabile delle relazioni industriali, in merito alla situazione dell’area Officine Generali. E’ davvero un peccato che non corrisponda al vero!
I numeri parlano chiaro: i dipendenti che operano in questo reparto sono circa il 40% in meno rispetto al regime ordinario; gli impianti sono ormai logori.
Pare ormai consolidato il sistema secondo cui i lavoratori (in cassa integrazione Covid) vengono richiamati in azienda solo quando vi è un estremo bisogno.
Per questo suonano decisamente fuori luogo i vari confronti organizzati dall’azienda, in cui si ribadisce l’importanza della sicurezza pretendendo questa dai preposti, salvo poi rendere tutto questo privo di sostanza, perché alle parole non seguono i fatti collocando questi in regime di cassa covid.
Dopo le dichiarazioni sulla centralità della sicurezza, ci saremmo infatti aspettati il rientro di tutti gli addetti alla manutenzione, ma questo purtroppo non è avvenuto.
Il risultato: si lavora in pochi e con attrezzature ormai al collasso e di fronte a questo non è difficile prevedere l’origine dei futuri esuberi.
L’ing. Uricchio ha descritto inoltre condizioni di assoluta tranquillità anche con riferimento all’Officina Ril, dove si effettuano interventi sui mezzi. Di fatto auto e camion non vengono riparati a dovere, ma letteralmente “rattoppati” con pezzi di ricambio di fortuna, altri sono ormai del tutto inutilizzabili. I lavoratori quindi sono spesso costretti a raggiungere a piedi zone anche distanti all’interno della fabbrica.
Concludendo ci poniamo qualche domanda.
Perché gli interventi annunciati non vengono realizzati?
Si sta per caso aspettando l’irreparabile per agire?
Come si può parlare di ottime condizioni se i lavoratori sono stremati e gli impianti a rischio?
Urge un incontro con il Governo per mettere punti fermi in questa vicenda, passando necessariamente da un accordo di programma mirato alla riconversione economica della città tutta e certamente dalla messa in sicurezza di coloro che operano nella fabbrica.