Prima, probabilmente già entro fine settembre, gli immunodepressi e i trapiantati, i soggetti più fragili. Poi gli anziani e gli ospiti delle Rsa, quindi a partire da gennaio, gli operatori sanitari, in tempo per evitare la scadenza annuale del Green Pass. E’ tutto pronto ormai per l’avvio della terza dose del vaccino antiCovid che sarà a mRna quindi Moderna o Pfizer. il Comitato tecnico-scientifico dell’Aifa si è riunito oggi e anche se per il parere formale c’è ancora da attendere. L’orientamento è per un via libera a partire proprio dalle categorie più fragili, preferendo i tecnici, prima di aprire alla popolazione generale e attendere il pronunciamento dell’Ema. Il nuovo richiamo comunque si farà, lo aveva già annunciato il premier Mario Draghi la scorsa settimana e al G20 Salute lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza era stato chiaro: “I nostri organismi si esprimeranno ma già dal mese di settembre credo che partirà la terza dose”.
Infine, il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo proprio ieri aveva dato le cifre dell’operazione. Le prime somministrazioni della terza dose che, è bene ricordare, sarà un richiamo ovvero una cosiddetta ‘dose booster’, riguarderanno inizialmente una platea di circa 3 milioni di persone i cosiddetti ‘immuno-compromessi’ e cioè quelle persone che hanno bisogno di un aiuto per la risposta del loro sistema immunitario.
Per loro già a luglio il Comitato Tecnico-Scientifico si era espresso circa l’eventualità di effettuare una ulteriore dose di richiamo e siamo ora in attesa che si esprima il comitato tecnico scientifico dell’Aifa, l’agenzia italiana del Farmaco. I dubbi non sono, insomma, sulla terza dose che si farà, ma sulla platea. Diversi virologi ed esperti, uno fra tutti Massimo Galli, hanno espresso dubbi sull’opportunità di un nuovo richiamo generalizzato e anche l’Ema, nelle sue dichiarazioni, non lascia trapelare particolare entusiasmo. “Sulla base delle prove attuali non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale” dichiarava l’agenzia europea del farmaco la scorsa settimana, avviando comunque la valutazione sulla domanda di autorizzazione per la terza dose di Pfizer, da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose a persone di età pari o superiore a 16 anni. Anche Moderna ha presentato analoga richiesta.
C’è poi la questione etica. Proprio oggi l’Oms ha chiesto una moratoria per la terza dose almeno fino a fine anno per permettere ad ogni Paese di vaccinare almeno il 40% della sua popolazione. “Troppe persone nel mondo non hanno visto nemmeno la prima dose” secondo l’organizzazione mondiale della sanità e non è nemmeno detto che serva il nuovo richiamo per tutti. La terza dose può essere necessaria per le fasce delle popolazioni più a rischio come gli immunodepressi, dove viene registrato un calo dell’immunizzazione offerta dalle dosi iniziali.