In data odierna la Capitaneria di porto di Taranto, in qualità di Autorità designata in materia di “maritime security” ha organizzato e coordinato un’esercitazione di “security” associata ad un’emergenza antincendio che ha coinvolto diversi soggetti istituzionali tra i quali la Polizia di Frontiera, il nucleo artificieri della Polizia di Stato, la Guardia di finanza, la stazione dei Vigili del Fuoco e la locale ADSP.
A detta esercitazione, richiesta dal “Programma nazionale di sicurezza marittima” redatto ed approvato dal CISM (Comitato Interministeriale Sicurezza Marittima) hanno preso parte anche i servizi portuali (Piloti, Rimorchiatori ed Ormeggiatori) oltreché il “Port Facility Security Officer” della società “Acciaierie d’Italia”.
Lo scenario ipotizzato ha previsto la segnalazione anonima, pervenuta alla sala operativa della Capitaneria di porto di Taranto, sul rinvenimento di un pacco sospetto presso la banchina del 3° sporgente in prossimità dell’ormeggio di una nave da carico italiana Corona Boreale.
Immediatamente si ponevano in essere, mediante l’attivazione della catena interna di Comando, le procedure di allerta, previste in questi casi, con la richiesta di intervento della Polizia di Frontiera ed il coinvolgimento dell’Agente di sicurezza dell’impianto portuale coinvolto, ai fini dell’applicazione delle relative misure contenute nel relativo “Port Facility Security Plan” tra cui il piano di evacuazione delle aree portuali interessate.
Dopo aver ritrovato una valigetta abbandonata, la stessa, contenente un ordigno esplosivo, saltava, dopo un paio di minuti, in aria provocando un incendio che si propagava sul ponte di coperta dell’unità mercantile nel corso delle operazioni di imbarco di coils.
Pertanto si richiedeva l’intervento dei Vigili del Fuoco che assumevano la direzione e la responsabilità tecnica dell’impiego dei mezzi e del personale delle squadre d’intervento, con il coordinamento della Capitaneria di porto dei mezzi portuali intervenuti.
Veniva, inoltre, disposto l’intervento in zona della M/V 840 della Guardia Costiera per le operazioni di ricerca e soccorso in caso di dispersi in mare, oltreché di un rimorchiatore portuale per concorrere con i propri apprestamenti alle operazioni di contenimento dell’incendio sviluppatosi sulla nave.
Interveniva in zona anche un’autoambulanza del 118, precedentemente allertata, per prestare le operazioni di assistenza e soccorso ad eventuali feriti.
L’incendio veniva, successivamente, estinto dai Vigili del Fuoco con l’ausilio della Guardia ai Fuochi – servizio integrativo antincendio, nonché dell’equipaggio dell’unità mercantile che ha posto in essere le azioni previste dal proprio ruolo di appello.
Una volta cessata l’emergenza antincendio, l’area portuale dove era stato collocato l’ordigno, veniva sottoposta a bonifica da parte del nucleo degli artificieri della P.S., intervenuti su richiesta della Polizia di Frontiera.
Durante l’esercitazione descritta si è potuto apprezzare l’assoluta sinergia creatasi tra le varie Forze di polizia ed Enti istituzionali, coordinate dalla Capitaneria di porto, nel rispetto delle diverse funzioni , ruoli e compiti a cui ciascuno è preposto.
Queste esercitazioni servono per testare, con il massimo realismo possibile, il livello di efficienza della struttura organizzativa della “security” portuale, con particolare riguardo all’addestramento del personale coinvolto, nonché delle procedure di emergenza antincendio e di soccorso inclusa la capacità tecnica – operativa dei mezzi intervenuti.