L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Taranto (OMCeO Taranto) nei giorni scorsi, ricevendo nella propria sede il presidente della commissione Sanità della Regione Puglia Mauro Vizzino, accompagnato dal consigliere regionale Massimiliano Stellato, ha rappresentato la gravissima situazione in cui versa la sanità nel territorio jonico ed ha avanzato proposte per la soluzione dei problemi più gravi.L’incontro è stato presieduto, in rappresentanza del presidente Cosimo Nume, impedito per sopraggiunte motivazioni personali, dal segretario dell’Ordine Salvatore Montorsi, il quale ha illustrato i numerosi punti critici che da oltre vent’anni, benché denunciati anche a livello nazionale, non trovano soluzione. Presenti anche le dottoressa Maria Leone e Giuseppina Ronzino, rispettivamente, direttore del dipartimento Direzioni mediche ospedaliere e direttore del dipartimento Cure primarie della Asl di Taranto, il dottor Ignazio Aprile, consigliere dell’Ordine e rappresentante della Fimmg, il dottor Giancarlo Donnola, consigliere dell’Ordine e rappresentante di Anaao-Assomed, il dottor Fabio Franco del Snr, il dottor Nicola De Sabato dello Snami, il dottor Francesco Bailardi della Cisl Medici, i dottori Gaetano Grassi, Teresa Candreva, Marina Albano, Giulio Avarello, rispettivamente tesoriere e consiglieri dell’Ordine, i dottori Annalisa Palmieri, Francesco Pasquali, Roberto Bellacicco e Pierfrancesco Zinzi, componenti del gruppo Comunicazione dell’Ordine.«La situazione – ha affermato il dottor Salvatore Montorsi – è particolarmente allarmante, non solo dal punto di vista ospedaliero, con gravi criticità per la carenza di personale al Pronto Soccorso del Santissima Annunziata e all’Utin, ma anche nel territorio, dove è in atto da tempo una crisi sistemica. Ci siamo trovati, dunque, in una crisi pandemica che si è incastonata in una crisi strutturale». Il professionista sottolineato che in questo momento non è importante individuare le responsabilità, perché sarebbe superfluo, ma che si deve dire che c’è stata una miopia, quanto meno nella programmazione del numero chiuso a Medicina e per le Scuole di specializzazione. Secondo l’Ordine dei Medici, «si devono ricercare adesso – e questo è compito della politica – le soluzioni più adatte, affinché si possa uscire nel più breve tempo possibile da questa crisi importante, in cui sono messi in discussione anche i livelli essenziali di assistenza».Il dottor Aprile ha ricordato che «dal 2021 al 2023, secondo le previsioni, andranno in pensione 99 medici, ma che già nel primo semestre di quest’anno alle 25 unità previste si sono aggiunti 22 prepensionamenti. La gobba del pensionamento della medicina territoriale per l’Asl di Taranto è stata anticipata, dunque, di due anni». Il professionista ha chiesto ai decisori politici di fornire con urgenza soluzioni.Il dottor Donnola ha annunciato che l’Annao-Assomed «sta cercando di ottenere dal ministro Roberto Speranza una deroga alla legge nazionale, affinché siano riservati in specializzazione posti ai dipendenti Asl a tempo determinato», con l’impegno da parte loro di restare, trascorsi i 5 anni di formazione, altri 10 anni in quella Asl. «Saremmo lieti – ha concluso – se la Regione desse il suo sostegno a questa proposta».Lo scorso 6 luglio il presidente di OMCeO Taranto Cosimo Nume, a nome del Consiglio direttivo dell’Ordine, ha chiesto l’apertura di un tavolo di concertazione per la risoluzione dell’emergenza nella sanità jonica con una lettera indirizzata al prefetto di Taranto Demetrio Martino, al presidente della Regione Michele Emiliano, all’assessore regionale alla Salute Pier Luigi Lopalco, al presidente della commissione Sanità pugliese Mauro Vizzino, al presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti, al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, nella sua qualità di presidente della Conferenza dei sindaci della Asl di Taranto, all’avvocato Stefano Rossi, al dottor Gregorio Colacicco, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’Asl di Taranto, e per conoscenza alle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali di categoria.