Materie prime difficili da reperire, aumenti dei prezzi a catena: un circolo vizioso da interrompere, prima che sia troppo tardi.
A lanciare l’allarme è il vasto comparto delle costruzioni e della manifattura di Confartigianato Taranto.
“Da gennaio – racconta Mazzaglia, artigiano serramentista produttore porte blindate, referente di Confartigianto – non facciamo che registrare aumenti dei prezzi nelle materie prime e questo riguarda tutto: legnami, vetro, vernici, metalli, ferramenta. Assistiamo ad una inconsueto ripetuto aumento dei listini, ogni volta con rincari percentuali significativi, ma l’effetto sommatoria a distanza così ravvicinata mette in grossa difficoltà le nostre aziende. La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova gli artigiani e i piccoli imprenditori del tarantino, che si vedono costretti a comprimere i margini di guadagno o addirittura a rinunciare a lavorare. I continui rincari nel periodo tra l’acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito erodono il margine di profitto dell’imprenditore fino addirittura ad annullarlo o, nel peggiore dei casi, costringendolo a lavorare in perdita. Continuando così rischiamo – aggiunge – che vengano vanificati tutti gli effetti positivi legati agli incentivi varati dal Governo, e questo rappresenterebbe una mazzata fortissima per la debole ripresa economica in avvio dalle nostre parti”.
L’Ufficio studi nazionale della Confartigianato ha rilevato che ad aprile 2021 gli aumenti dei prezzi delle commodities non energetiche sono stati del 33,4% rispetto ad un anno prima, con un’accelerazione dei rincari che a marzo di quest’anno si attestavano al +24% rispetto allo stesso mese del 2020.
Nel dettaglio, l’aumento dei prezzi delle materie prime sta colpendo il comparto delle costruzioni e i settori manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche.
Secondo Confartigianato i rincari maggiori si registrano per i metalli di base con +65,7% tra marzo 2020 e marzo 2021. Particolari tensioni per minerale di ferro con rincari annui del +88,1%, seguito da stagno (+77%), rame (+73,4%) e cobalto (+68,4%). E ancora zinco (+46,7%), nickel (+38,5%,), alluminio (+36,%), molibdeno (+32,4%)
“Le ditte edili e le carpenterie metalliche in questo periodo – conferma Mazzaglia – fanno preventivi con valenza 15 giorni, ma come si fa a prendere un lavoro con una tempistica così breve?
Le ragioni che stanno portando un intero settore verso una pericolosa impasse non sono assolutamente chiare.
“Non abbiamo certezze – conclude Mazzaglia – e le cause potrebbero essere diverse, e sommarsi insieme. I nostri fornitori parlano sempre più spesso di speculazioni internazionali sulle materie prime, speculazioni che sarebbero montate per far lievitare i prezzi, per poi reimmettere il materiale sul mercato e ottenere un lucro crescente. Di fatto la situazione che si sta determinando mette in crisi tutto il settore, soprattutto le aziende più piccole, che non riescono a rientrare economicamente sui lavori, di fronte a questi rincari a catena. Oltre al covid 19 e a tutto quello che ne consegue, ecco un’altra tegola sulle imprese, che proprio non ci voleva. Sappiamo che anche su questa vertenza Confartigianato è in prima linea con una costante pressione su Governo e Istituzioni preposte affinchè mettano in campo misure urgenti ed efficaci”.