“Ambiente svenduto trova spazio oggi sulle prime pagine dei quotidiani e nei TG nazionali. In molti casi, però, la sensazione è che non tutti abbiano ben chiara la situazione di Taranto, il dramma di cittadini, operai, bambini, mamme.
Mi sembra assurdo, paradossale, per certi versi offensivo che a poche ore dalla sentenza, il ministro alla Transizione Ecologica, in un’intervista al “Fatto” rispolveri l’ipotesi di trasferire in massa, lontano dalla fabbrica, gli abitanti del quartiere Tamburi. Non sarebbe stato a suo tempo facile organizzare un trasferimento delle famiglie che ci vivono in una zona più salubre? In Germania è stato fatto, dice il ministro.
Caro Cingolani, con tutta la stima e il rispetto, le ricordo che non è allontanando le persone che si risolve il problema dell’inquinamento. Taranto ha già detto no a questa logica. Il quartiere Tamburi, certo, va risanato e reso più vivibile, ma il primo intervento deve riguardare la fabbrica, i suoi impianti, le emissioni diffuse e fuggitive, le polveri pesanti e sottili che invadono la città.
La lezione di Ambiente Svenduto è semplicissima, quasi elementare: non commettere gli errori del passato. Basterebbe tenere ben presente questo insegnamento per sapere cosa fare. Invece, dal sequestro degli impianti ad oggi, nel nome dell’acciaio, molti altri errori sono stati commessi. Perseverare è diabolico, ma soprattutto danneggia un’intera comunità. Siamo arrivati al punto in cui bisogna capire se certe cose ha senso farle o meno, continua il ministro a proposito della sedicente transizione ecologica. Se può essere d’aiuto, signor Ministro, Taranto sa benissimo cosa vuole: salute, sostenibilità, nuovo sviluppo. Basta fabbriche dei veleni. Capitolo chiuso”.