Entra nel vivo il tavolo tecnico-istituzionale volto alla redazione del piano locale per la transizione giusta, che come da Regolamento del Parlamento e del Consiglio europei di recente approvazione, dovrà essere trasmesso a Bruxelles entro la fine del mese di giugno.
In particolare, PricewaterhouseCoopers, l’advisor che sta operando per conto della Direzione Generale per il sostegno alle riforme strutturali della Commissione europea, ha avuto modo di illustrare stamane agli organismi del Governo, della Regione Puglia, della Provincia e del Comune di Taranto i meccanismi di ammissibilità ed il cronoprogramma per i finanziamenti del primo pilastro della transizione giusta europea.
Il piano locale prenderà naturalmente le mosse dal vigente piano strategico regionale “Taranto Futuro Prossimo” e dal piano comunale di transizione ecologica, economica ed energetica “Ecosistema Taranto”, che hanno già visto un’ampia partecipazione dei cittadini ionici al percorso di trasformazione del modello di sviluppo locale in chiave alternativa e sostenibile. Percorso innovativo verso il green deal che proprio in queste settimane l’Urban Transition Center del Comune di Taranto sta raccontando in una serie molto seguita di webinar. Tutto questo lavoro necessita, per altro, di un ordinato e rapido coordinamento con le attività già in programma nell’ambito del Cis Taranto, sotto la gestione del Ministero per il sud e la coesione territoriale.
«Non un euro può essere speso per la siderurgia o per vecchi modelli industriali legati ai fossili – la precisazione del Sindaco Rinaldo Melucci all’interno dei lavori svolti ieri -. La significativa copertura finanziaria a disposizione di Taranto, per espressa e coerente indicazione dell’Unione europea e anche dei piani strategici locali ormai in vigore, deve essere impegnata per progetti volti alla decarbonizzazione, alla neutralità climatica, alla creazione di posti di lavoro in settori nuovi, alla realizzazione di reti intelligenti, alla sperimentazione sull’idrogeno, alla rigenerazione del nostro territorio. Sta iniziando davvero una nuova era per Taranto. In definitiva, a giudicare le politiche europee, nulla più giustifica la mancanza di un accordo di programma sull’ex Ilva».