Gentilissima Rita Dalla Chiesa,
abbiamo ascoltato il suo intervento nella trasmissione “Zona bianca”, andata in onda su Retequattro il 14 aprile scorso. Si è riparlato in studio dell’assurda vicenda dell’operaio licenziato da ArcelorMittal per aver condiviso un post relativo alla fiction “Svegliati, amore mio”, prodotta per Canale 5.
Sicuramente il suo annuncio è stato fatto in buonafede, ma ci preme chiarire che noi non saremo a Roma per difendere il posto di lavoro di quel dipendente di ArcelorMittal.
Il Comitato cittadino per la salute e l’ambiente a Taranto, insieme ad altre associazioni ambientaliste e ai cittadini, sta organizzando un sit in di due giorni a Roma perché il 13 maggio il Consiglio di Stato si esprimerà sul destino e sul futuro dei nostri figli, sulla salute già compromessa di un’intera comunità.
Il 13 Maggio sapremo se l’area a caldo dell’acciaieria (dichiarata incompatibile con la salute e la vita la dei cittadini di Genova e Trieste, e quindi chiusa in quelle città) a Taranto dovrà continuare ad avvelenare i cittadini. Un’ingiustizia inaccettabile, una forma di razzismo ambientale senza eguali.
Sarà quindi un presidio pacifico per la difesa di Taranto, della salute e della vita delle sue attuali e future generazioni. Un presidio contro l’arroganza di una multinazionale che ora, insieme allo Stato, pretende di tenere una grande comunità in ostaggio per altri decenni con un’acciaieria vetusta e pericolosa, perché questo è. I fumi neri e rossi che immette nell’aria, e che poi noi respiriamo e vediamo impotenti ogni giorno ed ogni notte, raccontano una storia che qui si ripete da cinquant’anni.
Quindi, non sarà assolutamente un sit in organizzato in difesa dell’operaio che noi crediamo, sino a quel momento, sarà stato sicuramente reintegrato in azienda.
Facciamo questa puntualizzazione solo perché sui media nazionali non vorremmo giungano notizie confuse, contraddittorie rispetto alla situazione che viviamo quotidianamente sul territorio.
A fine dibattito, durante la trasmissione, l’allusione fatta dal conduttore circa l’arrivo dello stato (“L’Invitalia di Arcuri, figuriamoci!”, interviene Marco Rizzo) in ArcelorMittal quale “panacea di tutti i mali” l’abbiamo ritenuta piuttosto fastidiosa (il comunicato della stessa ArcelorMittal ci ricorda che l’eventuale accordo è soggetto al ripristino dell’immunità penale).
Cara Rita, ci scusi, ma lei sicuramente capirà che da decenni vediamo entrare bare bianche in chiesa, che le accompagniamo al cimitero (totalmente inquinato dalle polveri di minerale e dalle diossine emesse da quella acciaieria). Siamo stanchi e disperati.
Avere dalla nostra parte la vicinanza e l’empatia di Simona Izzo, di Ricki Tognazzi, di Sabrina Ferilli, e di tutti gli artisti che parteciperanno a quei sit in a Roma, è stato come ricevere tante carezze dopo tanti pugni in pieno viso. E quella carezza vorremmo riceverla anche da lei, sarebbe bellissimo.
Come immaginiamo comprenderà, la tragedia di Taranto non può stemperarsi nella confusione né tampoco nell’informazione deviata o rabbonita da regime. Perché il resto del paese riteniamo debba avere un’idea ben chiara di ciò che sta accadendo a Taranto. E, cioè, che la mattanza di vite umane a Taranto continua.
Ci scusi di nuovo, ma noi lottiamo solo per questo, perché i nostri bambini possano vivere. Aspettiamo anche lei ai nostri sit in di Maggio a Roma!
Grazie.
“Ogni bambino è figlio di tutti gli uomini e ogni uomo è padre di tutti i bambini” (John Steinbeck, “Che splendida ardi”).
“Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino”.