“Quell’idea del “Festival della Cultura del Mediterraneo”, nata alcune settimane fa dall’incontro tra il MArTA e la fondazione de “L’isola che non c’è”, si fa sempre più strada e dopo l’incontro con il noto artista pugliese Al Bano Carrisi, oggi abbiamo ospitato al Museo Archeologico Nazionale di Taranto una delegazione del Centro internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei (CIHEAM – International Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies), l’organizzazione intergovernativa mediterranea composta da 13 Stati membri (Albania, Algeria, Egitto, Francia, Grecia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia, Turchia e Italia) e che dal 1962 a Bari, ospita uno dei suoi quattro centri internazionali”.
Questa la dichiarazione della direttrice del Museo di Taranto, Eva Degl’Innocenti, che questa mattina ha accompagnato in una visita speciale il direttore del CIHEAM Bari, Maurizio Raeli, il direttore aggiunto Biagio Di Terlizzi e il presidente onorario della Fondazione dell’”Isola che non c’è”, Franco Giuliano.
I responsabili del Museo e del CIHEAM Bari hanno ritrovato tratti comuni.
Abbiamo deciso di accogliere l’invito di lavorare a un progetto comune di Festival della Cultura del Mediterraneo – spiega Maurizio Raeli – perché siamo partner custodi e attori di tradizioni, culture e valori delle comunità e dei territori mediterranei.
Nel nome del “Mare Nostrum” e nella città antica porta tra Oriente e Occidente si progetta dunque di rilanciare l’idea della “mediterraneità” ripartendo dal melting pot di culture, fino ai principi di biodiversità tanto cari all’Istituto Agronomico di Bari.
Siamo peraltro la terra di antiche civiltà ben rappresentate all’interno del Museo, ma anche il luogo del multiculturalismo, della circolazione e dello scambio delle idee, della sapienza, delle tradizioni che ritroviamo nei reperti, ma anche nell’architettura, nella storia e nel patrimonio rurale e marittimo del nostro territorio – dice ancora la direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti – fino agli scritti di Alessandro Leogrande o Franco Cassano.
Centralità della cultura del Mediterraneo che il Museo Archeologico Nazionale di Taranto e il CIHEAM Bari tradurranno presto in un protocollo d’intesa finalizzato alla definizione di un progetto di ricerca, educazione e valorizzazione culturale e ambientale che, partendo proprio dalla città bimare, coinvolgerà anche i Paesi del Mediterraneo coinvolti nell’organizzazione internazionale.
Nel Museo di Taranto ci sono tracce evidenti di questo grande processo di multiculturalismo che per la Puglia e il Mezzogiorno d’Italia ha rappresentato ricchezza e prosperità – afferma il presidente dell’Associazione “L’Isola che non c’è”, Franco Giuliano – ed è proprio per quello che da quel luogo di sintesi ma anche di rigore scientifico abbiamo deciso di far partire questo ambizioso progetto.
Il 20 maggio a tal proposito il Museo Archeologico Nazionale di Taranto ospiterà la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto, a cui parteciperanno oltre alla direttrice Eva Degl’Innocenti, anche i rappresentanti del CIHEAM Bari, della Fondazione “L’isola che non c’è”, e lo stesso Al Bano Carrisi, grande artista e ambasciatore della Puglia.