Il servizio andato in onda ieri sera a Le Iene, a cura di Alessandro Di Sarno, ha mostrato un teatrino tristissimo, dove oltre al mancato rispetto per la libertà di manifestare il proprio pensiero, in barba a quanto sancito dalla nostra Carta Costituzionale, ha registrato anche una mancanza di rispetto nei confronti di giornalisti che, come nel caso di Di Sarno facendo il proprio lavoro, hanno chiesto informazioni relativamente al licenziamento dell’operaio Riccardo Cristello, “colpevole” di aver condiviso un post su Facebook dove invita a seguire la fiction “Svegliati amore mio”.
Dinamiche che negli anni e ancora oggi, continuano a creare spaccati all’interno della città e della fabbrica stessa, dove padri di famiglia sono perennemente combattuti al bivio tra lavoro e salute.
Condividere un post su Facebook che invita alla visione di una fiction che ricorda tanto la nostra città, per polveri rosse, produzione industriale, operai, quartieri a ridosso delle fabbriche, bare bianche e tumori infantili, può costare un licenziamento? Può mai, un provvedimento così grave e lesivo di diritti costituzionalmente garantiti, assopire le coscienze? Assopirle forse no, ma può metterle a tacere e pretendere delle scuse.
Io non ci sto, ed è per questo motivo che la mia testata giornalistica Tarantini Time, da questo momento in poi fino al reintegro dell’operaio Riccardo Cristello, non pubblicherà più nessun comunicato proveniente da Arcelor Mittal, se non notizie di pubblico interesse nei limiti della cronaca.
E’ un’azione simbolica, magari non servirà a nulla, ma da qualche parte si dovrà pure iniziare a tirare fuori gli attributi.
E noi iniziamo schierandoci dalla parte di un papà di Taranto, che non sa come dire alle sue bimbe che non ha più un lavoro perché ha osato credere di essere libero. Non possiamo riprenderci la città e allora riprendiamoci la dignità.
Io sto con Riccardo.