La reazione da parte della multinazionale è tempestiva e arriva a nostro avviso come diretta conseguenza del fatto che il Premier Draghi temporeggi sui 400 milioni di euro necessari a garantire l’ingresso effettivo nella gestione dello stabilimento siderurgico da parte di Invitalia. Di oggi infatti l’informativa con cui l’azienda fa sapere che Acciaieria 1 e Treno Nastri 2 non ripartiranno, come era invece previsto. Di conseguenza verranno messi in cassa integrazione ulteriori 250 lavoratori; si tratta di unità lavorative che operano nelle aree MAGAZZINI E OFFICINE. Non verrà garantito il presidio ai forni, saranno a lavoro solo gli addetti alla salvaguardia degli impianti.
Evidente il tentativo di fare pressione sul Governo attraverso la fermata di ulteriori reparti dell’acciaieria, affinché vengano sbloccate le risorse. Ancora una volta viene utilizzata la minaccia occupazionale e i lavoratori diventano strumenti nelle mani di chi ha a cuore unicamente il profitto.
Usb continua a ribadire la necessità di interrompere ogni relazione con Arcelor Mittal, che ha ampiamente mostrato la sua inaffidabilità. Il Governo deve bloccare l’attuale gestione e procedere con la nazionalizzazione della fabbrica. Assolutamente necessario attuare un accordo di programma legato alla piattaforma presentata dalla nostra organizzazione al precedente esecutivo, con proposte mirate a garantire tutti i lavoratori, avviando la riconversione economica della città di Taranto.