«Più volte il Premier Mario. Draghi è intervenuto sulla scuola parlando di reclutamento docenti, sui complessi percorsi delle carriere rese difficili dal precariato, evidenziando l’emergenza circa la questione scolastica e la necessità di farvi fronte con una strategia ad ampio raggio»: a dichiararlo è la Prof.ssa Antonella Messinese Responsabile, per la Provincia di Taranto, del Dipartimento Istruzione e Cultura della Lega.
«Non è certo un caso – prosegue la Prof.ssa Messinese – in quanto l’ex presidente della BCE è intervenuto in più occasioni anche parlando di politica economica, evidenziando il tema della garanzia della tutela delle giovani generazioni. Secondo il neo Presidente Draghi la pandemia, mettendo in crisi l’economia, ha danneggiato i giovani ed il loro futuro prossimo e remoto. Proprio per questi motivi la Lega ritiene che il recente ragionevole cambio di passo, con un’apertura verso l’Europa, possa fare la differenza in un percorso di integrazione ragionato e ponderato».
«Secondo Draghi – prosegue la Prof.ssa Messinese – una vera ripresa economica si ottiene con politiche economiche sostenibili nel tempo, in grado di garantire sostegno a famiglie ed imprese. E’ indubbio che l’enorme mole di debiti prodotta in quest’ultimo periodo avrà inevitabili ricadute sui giovani e sulle future generazioni, per questo la Lega, in linea con il pensiero espresso dal Prof. Draghi, ritiene che i fondi europei, dovranno essere utilizzati per investimenti, rivolti essenzialmente alla realizzazione di grandi infrastrutture e, riguardo i nostri giovani, per l’istruzione e la formazione digitale: è noto, infatti, che i nostri giovani tra i 16 e i 24 anni risultano tra i peggiori in termini di competenze digitali».
«Condividiamo – commenta la Responsabile della Lega – il pensiero di Maro Draghi quando afferma, come ha fatto in un suo recente intervento, che “privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di disuguaglianza”, frase in cui non è difficile cogliere il severo monito all’operato del precedente governo che ha di fatto prodotto incertezze dimostrando scarso senso di responsabilità e poca attenzione verso la scuola ed i suoi operatori».
«Nei fatti – prosegue la disamina dell’operato del “Conte due” della Messinese – l’ultimo governo ha avviato una politica assistenzialistica mirata ad ottenere bonus, una politica caratterizzata da molti proclami e nessun ascolto verso i bisogni delle parti sociali. In questo contesto, la scuola è stata annoverata tra gli ultimi appuntamenti contenuti in agenda, considerata come una sorta di “bottega” da aprire e chiudere a seconda delle necessità. Nessuna programmazione indirizzata alla pianificazione di interventi quali infrastrutture, edilizia leggera, reclutamento del personale, adeguamento reale e non fittizio con il dimezzamento delle classi dell’organico in funzione dei nuovi bisogni per ovviare alle classi “pollaio “, misure atte a salvaguardare la sicurezza della salute, la continuità educativa e didattica, il diritto allo studio».
La Responsabile della Lega prosegue nel suo durissimo j’accuse: «quello a cui abbiamo assistito è stato un mix di impreparazione e di superficialità nell’affrontare i problemi, unito ad un’incapacità di trovare soluzioni. I vari comitati tecnico – scientifici, le Task force, spesso con pareri discordanti, hanno portato i Dirigenti Scolastici a girare con il metro in tasca, alla ricerca di soluzioni: dimensioni delle aule, spazi differenziati per le entrate e le uscite, orari ad hoc per andare incontro alle diverse esigenze, che di volta in volta diventavano inutili o superate dai nuovi DPCM o dalle ordinanze regionali».
Conclude il suo intervento Antonella Messinese: «per questo la Lega ha accolto le idee di Draghi con l’intento di fare, di agire, di pianificare in modo costruttivo, perché ad un certo punto gli emendamenti e le mozioni di sfiducia non bastano! Occorre una scuola che ponga la propria attenzione sulla centralità degli studenti, che promuova una cultura attiva in grado di interagire con le forze del territorio. Fin qui la coerenza della Lega, questa la politica del fare che entra a far parte del governo guidato da Mario Draghi con il precipuo intento di curare gli interessi del Paese intero da nord a sud, tralasciando almeno per il momento, gli interessi di partito. Il Paese sta soffrendo è il momento di ripartire, per questo serve che il governo italiano faccia sentire la sua voce con i partner europei, concentrandosi su idee concrete e realizzabili. Questa La Lega, questa la politica dei fatti, del ”mettersi da parte” anche se e quando non conviene , questa la politica che ascolta».