In data odierna Arcelor Mittal ha convocato il consiglio di fabbrica dei RR.SS.UU. di Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl per illustrare il piano industriale presentato a Roma il 12 gennaio 2021 alle segreterie nazionali.
Successivamente alla presentazione di carattere generale sul piano industriale, privo tra l’altro di dettagli importanti per il futuro dello stabilimento siderurgico, il direttore delle risorse umane ha introdotto il tema del piano occupazionale sulla base dell’andamento produttivo del sito di Taranto.
Le organizzazioni sindacali, unitariamente, prima di avviare qualsiasi discussione di merito sulle ricadute occupazionali legate al piano industriale, hanno ribadito i seguenti punti necessari a garantire il proseguimento degli incontri calendarizzati nel corso della settimana:
– resta determinante il ruolo di INVITALIA ad oggi assente ai tavoli con le organizzazioni sindacali, soprattutto per il futuro di migliaia di lavoratori di ILVA IN AS;
– discussione su ammortizzatori sociali speciali per l’intero periodo previsto dal piano industriale con l’introduzione dell’integrazione salariale;
– quota di rimpiazzo. È inammissibile che l’azienda utilizzi l’ammortizzare sociale per collocare in cassa integrazione gli operatori che fanno parte dell’organico tecnologico;
– manutenzione centrale e di produzione. Nonostante la ripartenza di alcuni impianti, che hanno di fatto innalzato la produzione giornaliera, riscontriamo un numero eccessivo di lavoratori in cassa integrazione;
– rotazione equa del personale;
– Appalti. Continuiamo ad assistere a ritardi rispetto al pagamento delle ditte di appalto che si ripercuotono inevitabilmente sui lavoratori;
A seguito delle rivendicazioni sindacali l’azienda, rappresentata dal direttore delle risorse umane, ha esordito sulla questione del rimpiazzo dichiarando testualmente che tale figura è “un costo aziendale che non possiamo sostenere”.
Il sindacato, preso atto della modifica organizzativa unilaterale da parte dell’azienda, che comporterebbe di fatto un esubero strutturale e modifiche ai vigenti accordi integrativi, ha abbandonato il tavolo di confronto vista l’indisponibilità di Arcelor Mittal ad entrare nel merito delle rivendicazioni sopra riportate.
Per tali ragioni e vista l’assenza di INVITALIA e del quadro governativo, ancora incerto, riteniamo non più rinviabile un cambiamento radicale della gestione della fabbrica, a partire dalle relazioni industriali che continuano ad essere completamente assenti e oltretutto operano in maniera unilaterale.
Pertanto, in assenza di una convocazione ministeriale che faccia chiarezza sul futuro occupazionale, ambientale e industriale del gruppo Arcelor Mittal, le scriventi organizzazioni sindacali proclamano 24 ore di sciopero per la giornata del 24 febbraio 2021.