ncora un record negativo per il carcere del capoluogo Jonico che si assicura il non invidiabile record di penitenziario più affollato della nazione.
Infatti 630 detenuti per non più di 300 posti vuol dire aver occupato ogni piccolo ambiente in violazione delle norme europee in materia di spazio minimo per ogni detenuto.
Nonostante la pandemia il numero dei detenuti all’interno del carcere di Taranto è continuato a crescere senza però avere la minima possibilità di sfollamento, proprio in virtù dei protocolli per la prevenzione dell’infezione.
Che fine hanno fatto le promesse di sfollamento fatte dell’amministrazione penitenziaria proprio al SAPPE qualche mese fa , nonché del responsabile dei detenuti del DAP che hanno toccato con mano la gravissima situazione di sovraffollamento di detenuti del carcere di Taranto?
Una delle motivazioni più gettonate sarebbe la territorialità della pena, poiché i detenuti devono scontare la pena in carceri prossime alla residenza dei familiari, per cui la Puglia può scoppiare, violare tutte le leggi e le sentenze della corte di giustizia europea, mentre nelle altre regioni limitrofe si potrebbero, secondo questo principio, chiudere le carceri per mancanza di detenuti.
Eppure la possibilità di poter trovare una soluzione al sovraffollamento ci sarebbe poiché nel carcere di Taranto è stato terminato il nuovo padiglione da 200 posti che non può essere aperto per mancanza di poliziotti penitenziari.
Il SAPPe chiede perciò al Capo del DAP, al Ministro della Giustizia di prendere gli urgenti provvedimenti con un vigoroso sfollamento del carcere di Taranto, oppure che si provveda con ad inviare con la massima sollecitudine presso il penitenziario del capoluogo Jonico almeno 60 agenti necessari per aprire la struttura, al fine di dare uno sfogo al sovraffollamento che non è più accettabile.
Il SAPPE rimane perplesso e stupito dall’assordante silenzio e disinteresse di tutti quelli che in nome dei diritti dei detenuti(Garanti, Antigone, radicali, associazioni ecc.ecc.) sempre pronti ad alzare il dito per colpire qualsiasi comportamento, anche legittimo della polizia penitenziaria, poi quando si tratta di tutelare la dignità e la vivibilità degli detenuti danno forfait, forse perché il loro vero obiettivo è farsi pubblicità alle spalle di chi soffre in carcere.