Si chiude in negativo il 2020 per il comparto dell’artigianato, in provincia di Taranto.Secondo i dati di Movimprese/Unioncamere, le aziende artigiane nate nel 2020 sono state 428, 79 in meno rispetto al 2019 (507). Si registra quindi una sensibile diminuzione delle iscrizioni ma, fortunatamente, si abbassa anche il numero delle cessazioni che da 541 nel 2019, passa nel 2020 a 436. Le imprese registrate sono invece 7380, 8 in meno rispetto all’anno precedente, di cui 7.347 quelle attive, relativamente in linea rispetto allo stesso periodo del 2019. Analizzando i dati relativi alla natalità e mortalità delle imprese, sembra che il tessuto imprenditoriale sia in stallo, in attesa dell’evolversi dell’emergenza epidemiologica e dei risultati dei ristori messi in campo dal Governo e dalla Regione. Normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi mesi dell’anno ed è in questo periodo che si sono registrate le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia. «Certamente, considerata la difficile emergenza sanitaria che ha paralizzato il Paese, i dati attuali non sono certo confortanti. – commenta il segretario provinciale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo – Preoccupa inoltre il calo delle iscrizioni delle imprese artigiane nel nostro territorio. Il timore è che le aziende locali, già indebolite dalla crisi,chiudano definitivamente i battenti, anche a causa degli aiuti sempre minori. A tal proposito- rileva ancora Castronuovo – assistiamo ad un appiattimento da parte della Regione Puglia».Casartigiani si attiverà per sollecitare nuovamente maggiore attenzione nei confronti del comparto artigiano. «L’auspicio – conclude il segretario provinciale – è che nell’arco del primo semestre del 2021, la situazione migliori e le aziende siano messe nelle condizioni di rilanciare la propria attività».