In giornata odierna sono stato convocato presso il Tribunale di Taranto come parte offesa in un procedimento penale in cui l’imputato compariva per rispondere dei reati di cui all’art. 612 bis del codice penale. Qualche mese fa questa persona mi rivolgeva gravi minacce a seguito delle mie denunce nella filiera ittica delle cozze.
Non è mai stato il mio intento vedere condannata una persona che in questa filiera illecita è l’anello più debole,anche se, in questo caso, mi ha rivolto gravi minacce. Mi è bastato poco per leggere negli occhi dell’imputato l’espressione del pentimento e, anche grazie all’intercessione del suo legale, non ho esitato a perdonarlo in aula dove entrambi eravamo davanti al Giudice e al Pubblico Ministero.
Tutto ciò, però, non mi porta a cessare le denunce, anzi, le stesse proseguiranno e sono proseguite sino ad arrivare ai vertici della filiera illecita senza risparmiarmi nel fare i nomi di chi continua a compiere una grave frode alimentare che mette a serio rischio i consumatori. Ma affinché una città di Mare come Taranto possa raggiungere il tanto sperato obiettivo commerciale e culturale, nel settore ittico c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte, istituzioni, associazioni di categoria e cittadini.
Solo in questo modo un individuo, donna o uomo che sia, che ha una famiglia da mantenere, non sarà più tentato di compiere illeciti mettendo a rischio la salute degli altri. Io so che la persona che oggi ho incontrato in tribunale era pentito davvero e sono convinto che dal suo pentimento possa nascere una voglia di riscatto per acquisire la dignità di una persona. Il perdono gli concede un’altra possibilità ma perché questa possibilità possa concretizzarsi questa persona deve potersi sentire parte di una comunità, tutelato dall’istituzione che lo mette in condizione di poter lavorare in un contesto Legale. Se questo contesto di Legalità non compare nelle agende delle amministrazioni locali il mio perdono sarà reso vano e anche i buoni propositi di questa persona andranno persi.
Il bene comune e la crescita di una comunità attingono dalle responsabilità di tutti. Ognuno si adoperi nell’ottemperare ai propri doveri nei limiti dei propri diritti, come istituzioni, come cittadini. Insieme operatori di pace e di cultura per una società sana. Che la Legge sia uguale per tutti.