“Dopo che per anni il governatore Michele Emiliano ha fatto da contraltare politico rispetto alle decisioni su Ilva, solo per guadagnare visibilità mediatica e politica, oggi che si firma l’ultima carta, quella definitiva che deciderà l’amministrazione, il piano industriale-ambientale-occupazionale-finanziario del futuro, Emiliano fa finta di parlare di altro. Del resto ha il Covid per continuare andare in tv. Mentre a Taranto vengono a parlare di Giochi del Mediterraneo e acquari colorati.
Siamo tutti contenti se ci sono altri progetti di investimento e sviluppo per Taranto, purché siano concreti e duraturi e coinvolgano tutti gli 11mila attuali dipendenti del siderurgico. Se non è così, non serviranno specchietti per le allodole a far dimenticare la madre di tutte le vertenze. Questo solo per non ammettere che la strategia delle due forze di governo, è stata sbagliata su tutta la linea: i 5stelle che volevano il parco giochi sugli altoforni, e poi finiscono in società con Arcelor Mittal, e il Pd che vuole chiusura area a caldo contro i sindacati. Ed Emiliano che blatera di decarbonizzazione mentre il Ministro dello Sviluppo, Patuanelli, dice che è impossibile. Poi continuano a parlare di ambiente e ci riempiono di nuovi impianti, mentre gli ospedali di Taranto sono al collasso.
In tutto questo mentre negli ultimi 10 anni proprio i loro partiti tramite commissari nominati dal governo hanno gestito il siderurgico senza fare bonifiche e manutenzioni, senza produzione, ma solo disastri ambientali, industriali, economici, nomine per i consulenti e cassa integrazione per gli operai, oggi l’unica cosa di cui sono interessati sono, come sempre, i nomi di chi entrerà nel cda dell’ex-Ilva. E di chi siederà nel bord con il commissario Arcuri, responsabile supremo dell’emergenza Covid, che nel bel mezzo del picco dell’epidemia – mentre si decidono restrizioni e migliaia di pazienti aspettano in fila in ambulanza perché non ci sono posti letto, non ci sono tamponi, non ci sono vaccini, tutte cose di cui lui è responsabile insieme ai banchi a rotelle – ora sarà anche il nuovo capo della società. E se accanto a lui si apre il valzer delle nomine per la task force dell’acciaio, anziché sui piani concreti per la città, siamo difronte solo all’ennesimo carrozzone per gestire risorse, soldi e nomine pubbliche, avendo però sprecato dieci anni sulla pelle dei tarantini senza alcuna prospettiva per il loro futuro”.