L’amministrazione Melucci ha coinvolto tutti i mitilicoltori cittadini nel percorso di valorizzazione della cozza tarantina.
Il sindaco Rinaldo Melucci, infatti, accompagnato dall’assessore Fabrizio Manzulli (Sviluppo Economico, Marketing Territoriale e Turismo) e dall’assessore Paolo Castronovi (Ambiente e Società Partecipate), ha partecipato questa mattina alle operazioni di avvio della sperimentazione frutto del protocollo d’intesa tra ente e Novamont, gruppo internazionale leader nel settore delle bioplastiche e nello sviluppo di biochemical.
«Tutti i nostri mitilicoltori – ha spiegato il primo cittadino – utilizzeranno le retine biodegradabili e compostabili in Mater-Bi, prodotte da Novamont e protagoniste del progetto “Plastic Free, partito ufficialmente lo scorso 9 novembre con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra la società e l’ente comunale. La sperimentazione, che inizialmente avrebbe dovuto coinvolgere solo 15 produttori, è stata estesa a chiunque vorrà intraprendere questo percorso di ecosostenibilità, che porta con sé anche interessanti riscontri di natura economica».
L’estensione della sperimentazione è conseguenza delle intese raggiunte durante una videoconferenza che ieri ha visto la partecipazione dell’assessore Manzulli, del collega Castronovi, dei rappresentanti sindacali della categoria della mitilicoltura e dei referenti di Slow Food e Novamont, durante la quale sono state condivise tutte le iniziative che in questi mesi sono state avviate per sostenere l’eccellenza del mitile coltivato nel Mar Piccolo.
«La riduzione del “marine litter”, dei rifiuti marini – ha spiegato l’assessore Castronovi –, è l’obiettivo principale di questo progetto. Sulle nostre coste, la buona parte dei rifiuti spiaggiati è rappresentata proprio dalla plastica delle retine, per questo abbiamo l’urgenza di cambiare verso. Ma c’è anche una ragione pratica, economica, che ha sollecitato l’interesse dei produttori rispettosi delle regole: l’uso di retine in Mater-Bi azzera di fatto i costi di conferimento delle vecchie retine, che vengono considerati rifiuti speciali, al contrario delle nuove conferibili come rifiuti organici».
L’obiettivo imprescindibile, però, resta quello di rendere la cozza tarantina un presidio Slow Food. Anche in questo senso, si è registrata la convergenza di tutti i produttori, pronti a rispettare il rigoroso disciplinare che individuerà modalità produttive, origine e storia di ogni singola cozza, già adottato dai 15 che hanno avviato la sperimentazione delle retine in Mater-Bi. «La promozione dei mitili tarantini – le parole dell’assessore Manzulli – non può prescindere da una certificazione che metta nero su bianco il valore che tutti già conosciamo, ma che ancora non possiamo utilizzare a fini commerciali. Siamo felici di poter contare sulla disponibilità dei nostri produttori: chi di loro vorrà sperimentare anche questa strada, entrerà in contatto con Slow Food. Essere un presidio è un riconoscimento anche più performante della Denominazione di Origine Protetta».