Condannati dal Tribunale di Taranto una mamma, il suo convivente e altri due uomini, della provincia di Taranto, per il reato di violenza sessuale nei confronti dei quattro figli della donna, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di minori di anni 10.
Il collegio, presieduto dal giudice Fulvia Misserini, ha stabilito una pena in carcere di anni 15 e mezzo per la madre dei quattro bambini abusati, 17 anni e 8 mesi per il suo compagno e 14 e 13 anni e 8 mesi per gli altri due imputati.
Un quadro agghiacciante che emerse al seguito di indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesco Ciardo della “Sezione specializzata reati familiari” della Procura di Taranto e che presero l’avvio nell’estate del 2018, quando i bambini furono sottratti dal Tribunale alla custodia della madre e grazie alle segnalazioni di alcuni assistenti sociali che ascoltarono le terribili confidenze di due dei quattro fratellini vittime delle violenze sessuali.
Due di loro avevano 14 e 9 anni quando furono collocati in una casa famiglia e poi affidati in via temporanea ad alcune famiglie nel 2017, per ordine del Tribunale dei minori a causa dello stato di abbandono in cui vivevano.
Il primo campanello d’allarme fu il comportamento “sessualizzato” dei minori affidati: comportamenti che risultano indicatori specifici per rilevare abusi sessuali, a cui seguirono infine le confidenze dei due bambini (che raccontarono come anche gli atri due fratellini, che all’epoca avevano 12 e 6 anni, fossero vittime degli stessi abusi da diverso tempo) e poi la segnalazione, da parte dei genitori affidatari, agli assistenti sociali.
A disporre l’arresto il 7 marzo del 2019– con l’accusa di violenza sessuale continuata in concorso con aggravante del reato commesso nei confronti di minori di 10 anni – fu il gip del Tribunale di Taranto, Giuseppe Tommasino su richiesta del pubblico ministero della locale Procura, Francesco Ciardo.
Le indagini si servirono anche e, soprattutto, delle testimonianze delle piccole vittime (il più piccolo dei quattro fratelli – tutti affetti da una disabilità intellettiva – subiva abusi sin dall’età di 3 anni) e dall’ascolto protetto dei minori con la consulenza di uno psicologo dell’infanzia.
Violenze sessuali che furono consumate nell’abitazione familiare e talvolta, con l’intervento di un amico di famiglia, in un casolare di campagna e che la Squadra Mobile individuò grazie alle accurate descrizioni delle vittime.
Abusati sotto gli occhi della mamma che filmava e fotografava l’orrore delle violenze sessuali subite dai suoi figli. Figli che vivevano in uno stato di degrado: abbandonati in casa, veniva loro impedito di frequentare la scuola dell’obbligo, percossi. Veniva negata loro l’igiene personale e l’accudimento elementare (nutriti con patatine e bibite gassate e altro cibo spazzatura).
Nell’ordinanza di arresto del 2019, del Gip Tommasino, si leggeva che la madre delle vittime li avesse sottoposti volontariamente “a quanto di più di degradante, umiliante e doloroso si possa immaginare” – ipotizzando anche la possibilità, non corroborata da elementi probatori, di un tornaconto economico da parte della donna nel “mercificare” i suoi figli.
Oltre alla pena in carcere, Il tribunale ha condannato gli imputati al pagamento di una provvisionale di mezzo milione di euro nei confronti delle vittime.