“La questione compensazioni TAP-SNAM è un fatto molto pratico, denso di realtà, attinente a un’opera realizzata e pronta per entrare in funzione. Ho provato a sollecitare il giusto protagonismo delle istituzioni locali ricevendo – ad oggi – annunci di probabile ritiro sull’Aventino e alcune risposte inconcludenti a mezzo stampa; il tutto nel linguaggio del politichese. A questo punto mi pare giusto andare avanti con chi ci sta, con l’aiuto dei Governi nazionali e regionali, e sempre pronti a riprendere l’utile dialogo con tutti”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, commentando la mancata convocazione di incontri provinciali tra sindaci e consiglieri regionali per rilanciare la questione degli investimenti di compensazione relativi alla realizzazione del gasdotto Tap e della pipeline di interconnessione alla rete Snam.
“Ritengo che le istituzioni locali abbiamo il dovere di richiedere gli investimenti promessi per i propri territori con ogni modalità possibile, affrontando con risoluto ingegno e impegno le imprese interessate.
È noto che alcuni comuni della provincia di Brindisi, a cominciare dal capoluogo, sono interessati dal passaggio della pipeline di interconnessione alla rete Snam, e perciò abbiamo il dovere di reclamare gli investimenti di compensazione, a cominciare dal Centro di ricerca presso la Cittadella. Un investimento utile all’intero Paese, localizzato nel territorio della città di Brindisi, in grado di dimostrare – inoltre – lo scarso fondamento della opinioni finalizzate a ottenere gli investimenti per i comuni attraversati o lambiti dal gasdotto. Gli investimenti di compensazione che ci aspettiamo, infatti, devono essere così corposi per risorse messe a disposizione e ampiezza della missione, da travalicare ogni forma di campanilismo ridotto ai confini dei singoli municipi.
Per amore di chiarezza e non per polemica, devo confessare che è molto spiacevole dover combattere per vedere affermato l’ovvio e così contrapporsi a opinioni fatte di movimento senza spostamento, di ideologia decrescitista, di posizionamento politico, oppure di riduzione della questione a una specie di riunione del collettivo, per occuparsi non del merito – come accadeva nel passato – ma della sigla politica che deve guadagnare la testa dell’ipotetico corteo e quindi l’egemonia dell’altrettanto ipotetica manifestazione.
Dobbiamo invece avere la lungimiranza di mirare ai fatti, alla concretezza e alla realtà, cioè il merito delle cose, prendendo la direzione della
transizione energetica non parolaia, realizzata per ora a mezzo del gas, accogliendo tutti i benefici economici da portare nei territori in cui le opere si realizzano.
Anche il mio partito ha questa impostazione, che prova a far valere nel governo nazionale e che mi piacerebbe vedere affermata nell’impegno di tutti i Consiglieri comunali”.