Pur rimanendo in vigore lo stop alle ore 18 per le consumazioni nei locali, il Governo ha fatto marcia indietro sulla loro prevista chiusura la domenica e nei giorni festivi. Almeno al pranzo fuori e alle attività di bar, rosticcerie, pasticcerie e gelaterie, non è stato assestato, forse, il colpo definitivo. Sono parole di Ivan Cesareo – componente della dirigenza di UniCom, l’unione commercianti di Confartigianato e Raffaele Zanframundo componente della dirigenza dei Maestri Pasticceri di Confartgianato Taranto, dopo il via libera al semi-lockdown per un mese, con al centro restrizioni per le attività dei locali dell’area enogastronomica. Il premier Conte ha, infatti, firmato il nuovo Dpcm che resta in vigore da questo lunedì, almeno fino al 24 novembre, con misure più restrittive per contenere la nuova ondata di contagi in Italia.
Il nuovo testo contiene minime modifiche rispetto alla bozza circolata precedentemente, che sembrano però andare incontro alle richieste formulate da alcune Regioni e dalle Associazioni di categoria con in testa Confartigianato.
Pur non potendo esprimere soddisfazione per una decisione che infligge alle attività di ristorazione un duro colpo, spiegano ancora da Confartigianato, leggiamo con sollievo il fatto che nella versione definitiva del Dpcm sia stato eliminato l’obbligo di chiusura domenicale e festivo, per le suddette attività, che potranno, dalle 18 fino alla mezzanotte, vendere i loro prodotti con la formula dell’asporto e/o del domicilio.
Le attività dei servizi di ristorazione, bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie resteranno quindi aperte dalle 5 fino alle 18 per le attività abituali e nel rispetto delle norme relative. Per noi è fondamentale – insistono i dirigenti di Confartigianato – il fatto che resta consentita la ristorazione per asporto e/o la consegna a domicilio.
Su questo fronte si ribadisce la consueta e piena collaborazione dei nostri associati con le autorità di controllo, nel reciproco rispetto delle funzioni e per consentire ai cittadini di poter usufruire dei nostri servizi nel rispetto delle regole stabilite del Governo. Al quale però continueremo a chiedere misure di ristoro e sostegno economico con una veloce procedura e tempistica erogazione, peraltro ufficialmente promesse dal Presidente del Consiglio, per limitare la mortalità delle imprese.
Una cosa Cesareo e Zanframundo vogliono precisare: i nostri bar, pasticcerie e gelaterie rispettano rigorosamente le misure di sicurezza per difendere la salute dei cittadini, hano fatto ingenti investimenti a proposito. Per questo non comprendiamo perché siamo costretti alla chiusura anticipata, mentre a negozi e grande distribuzione rimane permessa la commercializzazione dei prodotti dolciari oltre le ore 18. In questo caso la restrizione di orario si traduce in una assurda disparità di trattamento a vantaggio di altre tipologie di vendita dei prodotti di pasticceria, così si colpiscono le nostre aziende che hanno già subito i pesanti effetti delle chiusure durante il lockdown.