Sono stati ascoltati anche i rappresentanti di Casartigiani Taranto nel corso dell’audizione della Commissione Attività produttive della Camera, sui risvolti della crisi delle aziende dell’indotto dello stabilimento ex Ilva.
L’associazione di categoria ha denunciato le gravi inadempienze di Arcelor Mittal nei confronti dei lavoratori dell’indotto.
«La situazione dei pagamenti è critica. – ha riferito Rosa Volpe, delegata imprese indotto – Generalmente i tempi di attesa sono di 60 giorni ma in realtà si arriva anche a 180 giorni. Ci sono aziende che dall’inizio dell’anno, pur avendo lavorato regolarmente all’interno del cantiere tutti i mesi, ad oggi hanno ricevuto solo due bonifici bancari a parziale pagamento. Questa situazione si protrae da troppo tempo ormai ed è diventata insostenibile per le aziende. Gli operai giustamente reclamano i loro diritti. Il tasso di indebitamento è ormai notevole. – ha aggiunto – Le banche ultimamente si rifiutano di anticipare le fatture Arcelor Mittal. Si vive in un clima di incertezza che crea problemi non trascurabili. Tante piccole aziende stanno morendo e nonostante i continui solleciti non abbiamo riscontro da parte dell’azienda».
Il segretario interprovinciale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo, ha poi ricordato l’esistenza di un sub indotto «che spesso viene trascurato. – ha fatto presente – Si tratta di tante piccole imprese a cui le aziende dell’indotto, che hanno un contratto diretto con Arcelor Mittal, subappaltano il lavoro. Anche loro non vengono retribuiti ma a differenza delle altre imprese, questa è una categoria poco tutelata».
Oltre al problema dei pagamenti, il settore dell’autotrasporto è quello maggiormente provato, così come dichiarato dal referente provinciale della sezione Autotrasporto di Casartigiani Taranto, Giacinto Fallone.
«Tra le tante problematiche la nostra categoria è costretta a fare i conti con continue richieste di sconto del 10-15% sui contratti già siglati. Eppure come è facilmente intuibile, i trasportatori sostengono dei costi enormi che devono essere anche anticipati per svolgere il lavoro. – ha spiegato – La complicata situazione economica degli imprenditori a causa dei ritardi nei pagamenti, ora provati anche dalla crisi innescata dall’emergenza epidemiologica da Covid, li mette nelle condizioni di essere in difficoltà nel quotidiano. Si mette dunque a rischio la sicurezza sul lavoro perché si risparmia sulla manutenzione dei mezze, sul personale dove è possibile. Insomma, è diventato quasi impossibile lavorare in queste condizioni».