Ciro Quaranta se ne è andato. Aveva 90 anni e viveva a Monteiasi. Cinque anni fa, maggio del 2015, attratta da quella meraviglia affacciata sul Mar Piccolo, chiesi ad alcuni mitilicoltori del posto cosa fosse e chi lo avesse costruito. Conobbi così Ciro e lo intervistai, cimentandomi con lui in quel viaggio nella sua vita che lo ha portato a tanta devozione e alla costruzione di quello che oggi è vero e proprio santuario sul Mare.
Ciro è stato un papà e un nonno come tanti. Uno che non amava stare fermo, a cui piaceva darsi da fare. A bordo della sua auto, ogni santa mattina, dal 2009, si recava nella zona del secondo seno del Mar Piccolo, dove sullo sfondo del mare ha disegnato un mondo.
Un mondo nel quale ha racchiuso la sua devozione e la sua voglia di fare. Ciro infatti, ha costruito con le sue forze e con le sue mani, un santuario dedicato alla Santissima Vergine di Fatima e al Mons. Motolese a quale era legato da profonda stima e amicizia. Ciro ci raccontò di aver girato il mondo con lui: Cina, India, Terra Santa.
Un pellegrinaggio durato una vita e scolpito lì, sugli scogli del Mar Piccolo lungo un corridoio fatto di colonne in pietra e piccole nicchie curate nel dettaglio che raccontano i suoi anni.
Come è nato il santuario? Quando intervistai Ciro mi disse: «La vita a volte assume forme e circostanze imprevedibili, succedono cose inspiegabili e la fede è un punto di forza dal quale ripartire sempre. Nella vita puoi incontrare persone che ti segneranno per sempre».
E fu così, l’incontro con Monsignor Motolese cambiò per sempre la vita di Ciro. La sua forte fede, cresciuta in anni di pellegrinaggio, ha fatto sì che la mano costruisse quello che oggi è una vera e propria meraviglia.
Credo che Ciro resterà sempre lì. Con il peso dei suoi anni sul volto, la soddisfazione del suo racconto con alle spalle il suo santuario. «L’ho costruito con soddisfazione» mi disse.
Sarebbe bello se la Chiesa gli conferisse un riconoscimento.
Si vedeva e si sentiva tutto l’orgoglio per quel suo piccolo grande mondo di fede. Chi come me ha avuto la fortuna di conoscere Ciro e parlare con lui, non lo dimenticherà mai.
Fa buon viaggio, Ciro.