È un mondo sospeso, quello che troviamo nei quadri di Antonio Caramia; un mondo in cui la roccia viva delle nostre certezze non si salda con la realtà fisica e metaforica che le sta intorno, ma fluttua leggera nell’aria, assimilabile ad un bellissimo pallone aerostatico su cui dolcemente si adagiano case, alberi, trulli, ruscelli, finestre, mulini ad acqua. Non ci sono esseri viventi, nessuna presenza umana o di altra natura. Ma è sufficiente il bianco accecante delle case, lo svolazzare plastico di fili morbidi ed infiniti, l’acqua smossa da una enorme ruota che si tuffa nel vuoto circostante…basta questo per lasciar intuire che la vita, anche se non si vede, scorre anche in quelle case, attraverso quelle finestre, in ogni goccia di quel ruscello.
Antonio Caramia, che vive e dipinge nella Città delle ceramiche, ci ha abituati ad un universo metafisico, onirico, in cui ogni elemento, dai colori alle forme, dai contrasti alle sfumature, concorre a definire una realtà pensata, sognata, immaginata, ma mai staccata dalla vita vera. Insomma, Antonio Caramia dipinge un “oltre” che si salda perfettamente con il nostro “hic et nunc”. E a questa pittura è stato riconosciuto un valore indiscusso, non solo a livello locale, ma anche su scala nazionale.
È di questi giorni, difatti, la notizia che, in occasione della mostra – concorso itinerante “APULIA CONTEMPORARY ART PRIZE, allestita prima presso la chiesa di Santa Teresa dei Maschi a Bari e, come seconda tappa, presso palazzo San Domenico a Gioia del Colle, organizzata dall’Associazione di promozione sociale Federico II Eventi, da Vallisa Cultura e da Bibart Biennale, in collaborazione con l’ associazione “I bisbigli dell’anima” e con il patrocinio dei comuni di Bari e Gioia del Colle, l’opera di Caramia si è classificata al terzo posto.
Un risultato davvero encomiabile, considerato che, alla mostra, hanno partecipato 54 artisti provenienti da tutto il territorio nazionale, tutti molto qualificati e autori di opere molto interessanti.
E se è vero che, come diceva Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”, è ancora più vero che “la bellezza ritrovata” dell’arte pittorica, tema della mostra, ha trovato spazio e colore nella splendida tela di Antonio Caramia.