E’ stato l’esame autoptico, disposto dal pm Rosalba Lopalco, a sciogliere i dubbi sulla morte del 63enne rinvenuto senza vita nella propria abitazione di via Oberdan 117, lunedì 21 settembre.
Come riportato da “Quotidiano di Puglia”, secondo quanto emerso dall’autopsia non si tratta di soffocamento, come inizialmente ipotizzato, ma di morte naturale.
A seguito del ritrovamento del corpo dell’uomo, avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì 21 settembre, si paventava l’ipotesi di morte per soffocamento. Unitamente alla morte del pensionato, il 39enne originario di Crispiano, con vari precedenti penali e sottoposto agli arresti domiciliari presso l’abitazione dell’anziano (il 39enne provvedeva all’assistenza giornaliera della vittima), risultava irreperibile.
Il corpo senza vita dell’uomo era stato ritrovato nel letto con ecchimosi su collo e zigomi, dagli operatori sanitari del 118, intervenuti a seguito di segnalazione da parte di un cittadino. Immediato l’intervento dei carabinieri della compagnia di Taranto e dai colleghi del Reparto Operativo che giunti sul posto hanno effettuato i primi rilievi investigativi.
I sospetti, inizialmente, si erano indirizzati nei confronti del 39enne, sottoposto agli arresti domiciliari nell’abitazione della vittima e che faceva da badante all’anziano non autosufficiente.
Dopo serrate ricerche condotte dagli inquirenti, l’uomo si era infine presentato spontaneamente nella tarda serata di lunedì 21, al comando provinciale dei carabinieri di Taranto dove era stato arrestato e condotto nel carcere di Taranto per il reato di “evasione” e indagato per la morte dell’anziano.
L’ipotesi di omicidio, inizialmente caldeggiata dagli inquirenti dopo il ritrovamento del corpo, è stata infine esclusa dall’esame autoptico, che ha stabilito che si è trattato di morte naturale.