Da tempo l’Anmil Taranto denuncia i gravi problemi causati dall’estrema precarietà che, ormai da anni, caratterizza la situazione dei lavoratori del siderurgico, aggravatasi con la gestione Arcelor Mittal, e ultimamente con l’Emergenza Covid.
Sull’argomento interviene nuovamente Emidio Deandri, Presidente Territoriale Anmil Taranto: «innanzitutto la sicurezza sugli impianti: le ridotte manutenzioni, in molti casi ben al di sotto dello stretto necessario, da anni favoriscono sicuramente gli incidenti. Ma c’è un altro fattore che riduce la sicurezza sugli impianti: i lavoratori non sono tranquilli, la precarietà, il senso di incertezza sul futuro loro e delle famiglie con i mutui da pagare, fa sì che lavorino sugli impianti svogliati, depressi e poco concentrati, creando così le condizioni che favoriscono gli incidenti».
La depressione: un male strisciante che crea malessere e rovina l’esistenza di tanti, ma che nei soggetti più fragili può avere effetti devastanti, portandoli persino a compiere gesti estremi.
«La “Legge dei grandi numeri” – continua Emidio Deandri – ci dice che su migliaia e migliaia di lavoratori del siderurgico – diretti e dell’appalto – sono tanti i soggetti fragili, una condizione di disagio psicologico che, aggravata dalla depressione per la cassa integrazione, o comunque dall’incertezza sul futuro, può portare a gesti estremi».
Così in questi mesi purtroppo è accaduto che lavoratori del siderurgico si siano suicidati, l’ultimo buttandosi dal Ponte Punta Penna.
«Basta precarietà che uccide! Il Governo – conclude il Presidente Emidio Deandri – intervenga utilizzando tutti gli strumenti possibili, come la Legge speciale per Taranto, per porre fine a questa situazione di incertezza, ridando così serenità a tutti i lavoratori!»
Taranto 24 settembre 2020