Ora che i giochi sono chiusi e che condizionamenti e tifoserie lasciano il tempo che trovano, è bene fare due considerazioni.
Avrei potuto farlo, in seno alla libertà di pensiero, ogni santo giorno della campagna elettorale. Ho preferito “auto censurarmi” per rispetto dei candidati avversari politici di mia sorella e per rispetto dei miei lettori che avrebbero potuto dare una chiave di lettura “di parte”. È stato anche questo il motivo che mi ha spinto ad ospitare in redazione i tre candidati alla carica di sindaco, destinando loro pari spazio di espressione sul mio giornale.
Il primo punto da cui partire è un dato numerico obiettivo: a Montemesola, a differenza di cinque anni fa, non ha vinto la maggioranza.
La maggioranza siederà nelle fila dell’opposizione. Saranno in quattro (tre della lista Per la Rinascita e uno per la lista Uniti nel centro destra) a rappresentare in consiglio comunale il 52,34% dei votanti (37,72% lista Per la Rinascita e 18,62% lista Uniti nel centro destra).
Quello appena descritto è un dato che va al di là di qualsiasi preferenza politica e che di fatto ci dice che a Montemesola la maggioranza è all’opposizione.
Così come, sempre i numeri ci dicono che la lista numero 3 (Per la Rinascita di Montemesola) è quella che al suo interno ha registrato un numero ben distribuito di preferenze e una crescita non indifferente rispetto a 5 anni fa. Non entro nel merito di come ognuno di loro abbia condotto la propria campagna elettorale, gli va però dato atto che la gente li ha votati, ha premiato quelle idee, così come allo stesso modo ha “punito” chi pensava di farla franca (politicamente parlando, eh!) un’altra volta.
E se la critica politica in questo paese è ancora ammessa, vorrei fare un’altra considerazione ancora: Antonio Coro. Quando ha presentato la sua candidatura, ho avuto un deja-vu.
Il ricordo che ho di Antonio Coro risale al 2010, quando Vito Punzi lo arruolò per la prima volta nella sua squadra che poi si rivelò quella vincente.
Antonio Coro, reduce dall’amministrazione Marangi, motivò il suo ingresso nella nuova squadra nello stesso e identico modo in cui lo ha motivato oggi, 10 anni dopo, schierandosi nella lista numero 3: «Mi sono reso conto di non approvare più questo progetto e ne ho preso le distanze».
Coro si è difeso da chi gli ha fatto notare il “salto in lungo” dicendo di essere un uomo libero. Nulla da eccepire, io personalmente credo in quanto ha detto e credo nella libertà di ognuno di poter scegliere. Probabilmente avrei risposto la stessa cosa, ma non si può negare che questa volta i cittadini non abbiano approvato e che chi non ha cambiato spiaggia, è stato un po’ più astuto.
Lista numero 1, Uniti nel Centro Destra, quella in cui era candidata mia sorella, la quale sin da subito ha precisato di poter contare sui cinque voti della sua famiglia. Ne ha presi quasi il triplo, 14 e ironizzando, ha scritto di aver stravinto. Una lista variegata che sicuramente ha seminato le basi per dar vita a un gruppo forte di idee che ha il merito di aver comunque costruito quei 436 consensi in poco tempo e con molti di loro alla prima esperienza.
Chi in tutte le liste ha preso anche un solo voto, ha stravinto.
Perché i voti si meritano e anche solo una preferenza, corrisponde ad un’attestazione di stima. Probabilmente chi ha alle spalle famiglie numerose parte in vantaggio rispetto a chi può contare solo sui genitori, fratelli e fidanzato. Ma questo conta poco: l’importante è sapersi mettere in gioco e saper perdere, nonostante questa consapevolezza, quindi chapeau a tutti i “vinti”.
Per quanto riguarda Insieme, la lista vincente, tranne che per la neo consigliera Pasqua Lupoli, già addentrata con il gruppo per pregressi impegni ed esperienze politiche, possiamo dire che tutti i “nuovi” sono rimasti fuori e che gli scranni della maggioranza, a parte Coro che a questo giro evidentemente ha contato male, saranno occupati dagli stessi che abbiamo visto in questi 10 anni.
Tra loro, così come ha promesso in campagna elettorale, vedremo anche l’ex sindaco Vito Antonio Punzi, non eletto in consiglio regionale. E a proposito di numeri, sono 661 le preferenze che Vito Antonio Punzi ha registrato a Montemesola per le elezioni regionali. 88 preferenze in più rispetto a Donato Alba.
Numeri, quelli di Punzi, che alla vigilia dello spoglio per le comunali, hanno un attimino mandato in crisi gli esperti di statistica dell’ultim’ora. Numeri che, restando in campo analitico, se confrontati con il divario tra la lista vincente e quella arrivata seconda (poco meno di 200 rispetto agli oltre 700 di cinque anni fa), ci dicono che Montemesola non era proprio convinta che la storia dovesse continuare. L’urna ci ha detto che se da una parte in molti hanno votato per Punzi alla Regione, pur non appoggiandolo alle comunali, vuoi per ideologia, vuoi per interessi in altre liste, dall’altra, altrettante persone avrebbero potuto farlo (anche perché le regionali prevedevano il voto disgiunto) e non lo hanno fatto.
Una cosa è certa: il nuovo sindaco, seppur fratello di quello precedente, è una persona a sé, con una propria dignità, che merita una possibilità e merita di essere messo alla prova, se solo iniziassimo tutti a guardarlo come Ignazio Punzi e non come il fratello dell’ex sindaco. Ignazio Punzi, per come ho avuto modo di conoscerlo, è una persona molto pacata, gentile, riservata, tant’è che la foga e lo sprint di Vito spesso lo hanno fatto “sparire”. Ha cinque anni di tempo per dimostrare alla cittadinanza cosa vuole fare e come vuole farlo. Il maledetto debito dovrebbe essere risanato definitivamente tra 1 anno e mezzo circa, poi ne restano altri 3 e mezzo per poter fare tantissimo.
Di una cosa possiamo essere certi: tra cinque anni non ci saranno scuse, perché il debito sarà stato estinto molto prima, quindi gli argomenti da trattare sul palco saranno davvero altri, per non parlare di un bilancio che dovrebbe quanto meno vederci tra i comuni virtuosi e ricchi.
Si spera nella fattiva collaborazione. La neo consigliera Lupoli ieri sera ha teso la mano alle due liste avversarie aprendo alla collaborazione. Vogliamo pensare che il passaggio di chiavi avvenuto a chiusura della campagna elettorale (lasciatemelo passare, davvero inopportuno e squallido) sia legato all’apertura che simbolicamente e intelligentemente ha inteso la Lupoli, nei confronti di coloro che saranno all’opposizione e che, lo ricordiamo perché repetita iuvant, rappresentano e hanno alle spalle la vera maggioranza dei Montemesolini.
Detto questo, non resta che augurare un buon lavoro alla nuova squadra e al neo sindaco Ignazio Punzi.
Un’ultima nota, lasciatemelo passare: l’augurio è che passato il rossore altrove e alle mani, sia per chi se l’è scorticate per via della delusione, sia per chi le ha battute così forte fino a rompersele, queste possano essere impiegate in utilità sociale, per il bene del paese.