Il 12 settembre 7 ciclisti del Run Bike Team Ginosa hanno raggiunto “pedalando” Monte Sant’Angelo, prima tappa del ciclopellegrinaggio per poi recarsi al santuario di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.
Un evento che si ripete da diversi anni che ha visto arrivare dopo 230 km i ciclisti ginosini sulla cima di Monte Sant’Angelo.
Francesco Sozio ha curato nei minimi dettagli i ciclopellegrinaggio, quest’anno inserendo la tappa a Monte Sant’Angelo . “Anche quest’anno – ha dichiarato il Dott. Sozio – abbiamo dato vita a due esaltanti giornate di ciclopellegrinaggio, a Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo, all’insegna dello Sport e della Fede, facendo esattamente quello che San Pio chiede ai suoi pellegrini: prima di recarvi qui da me, andate a Monte Sant’Angelo e invocate l’aiuto e la protezione dell’Arcangelo Michele”.
Sette i ciclisti che hanno scalato le lunghe salite del percorso estremamente tecnico: Francesco Sozio, Vito Manzari, Mario Stigliano, Massimo Tangorra, Rosario Ribecco, Luciano D’Angelo e Vincenzo Matarrese, seguiti sull’ammiraglia di supporto tecnico da Francesco Palmitesta.
Dal punto di vista sportivo il ciclo pellegrinaggio ha visto la partenza del gruppo sabato mattina alle 5:00 da Ginosa con arrivo sul sagrato del Santuario di San Michele Arcangelo alle 17:00 dopo aver percorso 230 km, attraversando i comuni di Matera, Gravina in Puglia, Spinazzola, Minervino, Margherita di Savoia, Zapponeta, Manfredonia. Un percorso tecnicamente impegnativo, con la parte finale con dislivello di +800 metri in cui i ciclisti con la loro fatica hanno completato la prima parte del pellegrinaggio.
Fondamentale il supporto, l’incitamento e i rifornimenti giunti dall’ammiraglia con Francesco Palmitesta.
Nella giornata di domenica il Run Bike Team Ginosa è partito all’alba da Monte Sant’Angelo in direzione San Giovanni Rotondo per riunirsi in preghiera nella cripta di San Pio, per poi ripartire in direzione Ginosa per per altri 220 km, ed arrivo alle 19.
Un’impresa sportiva straordinaria che quest’anno assume un valore ancor più grande considerati i diversi mesi di stop nel periodo del lockdown del gruppo di ciclisti ginosini.