Il Coronavirus si è ripresentato alle porte del nostro paesello con il contagio di un/a concittadino/a e di due membri della sua famiglia, così come appreso da una comunicazione non istituzionale, fatta dall’ex sindaco Vito Antonio Punzi, attraverso i suoi canali social.
L’invito, ovviamente, è sempre quello di adottare le giuste precauzioni e osservare le regole di distanziamento sociale e utilizzo della mascherina che, in alcuni luoghi (bisogna dirlo) non vengono minimamente prese in considerazione.
Dopo la notizia di questi tre casi positivi a Montemesola e dopo la leggerezza che ha portato la stagione estiva rispetto all’argomento (bisogna dire anche questo) si è letteralmente scatenato il delirio: nomi, sintomi, ricoveri, bollettini medici e dure critiche con la privacy che va letteralmente a farsi benedire.
Si parla di ragazzini posti in isolamento e si tira ad indovinare senza comunicazioni ufficiali da parte degli enti preposti. Montemesola in questi giorni non ha comunicazione sanitaria, solo voci di popolo, allarmismi e squallida caccia alle streghe.
Chi tutela le famiglie dei contagiati o chi probabilmente è stato posto in quarantena? Chi tutela i cittadini che hanno il diritto di sapere (non il nome) il numero dei contagiati?
Chi spiega ai cittadini che mettere in giro voci, soprattutto se trattasi di minori, è deleterio e può diventare davvero pericoloso?
Ci auguriamo che gli enti preposti facciano al più presto chiarezza fornendo comunicazioni ufficiali e affidabili affinché il cittadino possa informarsi in maniera adeguata, senza ritrovarsi sull’uscio di casa i cacciatori di untori.