Di Luciano Manna – Virgilio, Quinto Orazio Flacco, Properzio, Marco Valerio Marziale, Tito Livio, Polibio, Claudio Claudiano, Iacopo Sannazzaro, Ludovico Ariosto, Tommaso Niccolò D’Aquino e Giovanni Pascoli. Poeti, scrittori e storici che sotto il cartello “La Cultura è un’altra sponda”contestano duramente il lassismo dell’amministrazione comunale a danno dei luoghi da loro cantati e raccontati che oggi non sono fruibili dalla cittadinanza tarantina perché le aree sono sotto la totale gestione del malaffare.
Le sponde del fiume Galeso: una darsena totalmente abusiva con passerelle piantate sui fondali del fiume che godono di un sistema di illuminazione per garantire la fruizione dei servizi anche di notte, parcheggi e ristorazione con bevande, rimessaggio e bunkeraggio barche, tutto fuori legge. Tutti i servizi sono a disposizione dei clienti nelle aree demaniali deturpate previo pagamento di un pizzo settimanale elargito a chi gestisce queste strutture.
Non bastano milleni di storia narrati in letteratura per tutelare un luoghi così preziosi. Che senso ha studiare nelle scuole i versi di illustri poeti se questi luoghi non possono essere vissuti, visitati e vengono abbandonati alla gestione di illeciti e degrado? Non sembra esserci nessuna necessità di tutelare questo luogo in cui scorre cultura, le sponde del fiume Galeso devono rimanere abbandonate alla lucubre gestione illecita di chi appropriandosi di aree demaniali ha creato una darsena per l’attracco di imbarcazioni con tanto di servizi offerti in costruzioni abusive e container e dove si dà vita anche al più grosso illecito alimentare del territorio italiano: anche qui si fa trasformazione illecita di mitili provenienti dalla Grecia, un’attività che ha azzerato la filiera legale della cozza tarantina.
Ma l’amministrazione comunale di Taranto ha trovato la soluzione: creare eventi culturali negli stessi luoghi dove si compiono abusivismo, illecito e degrado, ignorandoli. E’ accaduto pochi giorni fa sulle sponde del Mar Piccolo in località cimino, un concerto di pianoforte all’alba, sicuramente una bella iniziativa, peccato che accanto al luogo del concerto, anche davanti agli spettatori che si godevano l’evento, c’era anche un centro di trasformazione abusivo di mitili. Il giorno prima, durante le pulizie del luogo, l’assessore Castronovi, pubblicava un video selfie sul social annunciando la pulizia del luogo. Chi lo riprendeva è stato tanto bravo da riprendere opere di pulizia, assessore annunciante e attività illecite. Complimenti allo staff del comune di Taranto, e all’assessore naturalmente, totalmente impegnato nell’opera di propaganda tanto da ignorare i gravi illeciti che si consumavano sotto i suoi occhi. Ma gli eventi culturali nei luoghi gestiti dalla malavita tarantina, che con il traffico dei mitili provenienti dall’estero guadagnano bei milioni di euro, continueranno nei prossimi giorni, come quello sulla circummarpiccolo nei pressi del pontile della madonnina. Mai luogo fu più azzeccato. Bravi. Basta leggere questo articolo per capire dove farete cultura ignorando i traffici illeciti e le truffe alimentari.
In ultimo, i problemi del Galeso non terminano con le attività illecite edulcorate dalla cultura della propaganda. Oltre all’incidenza nei sedimenti dei fondali del Mar Piccolo ad opera di diossine e PCB fanno preoccupare lo stato di salute dei citri che dalle falde danno apporto di acqua dolce al mare. Il citro Galeso e il citro citrello da recenti analisi mostrano serie contaminazioni da metalli pesanti come cadmio, rame, mercurio, zinco e piombo. Le attività negli ultimi sei anni del commissario straordinario alle bonifiche non hanno portato a completamento nessuna attività di bonifica ed oggi è stato nominato un nuovo commissario. Nel frattempo continua la contaminazione della catena alimentare senza che sia mai stato trovato nessun responsabile, senza che mai nessuno sia mai stato capace, così come lo richiede la Legge, di identificare l’autore della contaminazione. Ilva e Marina Militare devono risarcire questo territorio ma con questi personaggi politici nelle stanze ad “amministrare” assistiamo solo alla lenta morte degli allevamenti della cozza tarantina a favore dei traffici criminali della cozza estera senza bonifiche dei luoghi che per secoli sono stati il volano economico della città di Taranto.
…sotto le torri, ricordo, della rocca Ebalia, ove ombroso irriga biondeggianti campi coltivati il Galeso, conobbi il vecchio Coricio, che aveva pochi iugeri di un terreno abbandonato da altri, non fertilizzabile con buoi, non adatto a bestiame per l’erba né comodo a Bacco. Eppure costui, radi fra gli sterpi i legumi e intorno candidi gigli e verbene piantando, e l’esile papavero, pareggiava le ricchezze dei re in cuor suo e rincasando a tarda notte ingombrava la sua mensa di cibi non comprati. Era il primo a cogliere la rosa in primavera, ma anche i frutti in autunno; e quando un fiero inverno ancora col gelo i sassi spezzava, e il ghiaccio arrestava i corsi dell’acqua, egli la chioma del delicato giacinto già recideva, rimproverando la lenta estate e gli zefiri indugianti. Dunque era il primo anche ad abbondare di api feconde e numeroso sciame ed era il primo a raccogliere miele dai favi spremuti; aveva tigli e rigogliosi pini, e il fertile albero di quanti frutti si era rivestito nella nuova fioritura, altrettanti ne possedeva maturi in autunno. Quello anche dispose in filari vecchi olmi, peri ben duri, innestati spini carichi di prugne e il platano che ormai provvedeva all’ombra dei bevitori. Ma io stesso, impedito dal poco spazio qui a disposizione, passerò oltre e lascio che altri facciano menzione di queste cose, dopo di me. Virgilio.
Luciano Manna