Una serie tv ed un documentario racconteranno ancora una volta la storia dell’omicidio di Sarah Scazzi. Una vicenda che a dieci anni di distanza, continua a generare domande e interrogativi, a cui gli scrittori Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, tentano di dare una risposta, nel libro “Sarah – La ragazza di Avetrana”, con materiale inedito e alcune lettere che Michele Misseri ha scritto dal carcere ai due scrittori.
Ed è dal libro, scritto a quattro mani, che prendono corpo i due progetti prodotti da Matteo Rovere per Groenlandia: la serie tv sarà diretta dal regista Pippo Mezzapesa e il documentario avrà la regia di Christian Letruria.
Era il 26 agosto di quasi 10 anni fa, quando la piccola 15enne di Avetrana scompare in un piccolo paesino in provincia di Taranto, senza una ragione apparente. Ad aspettarla per andare al mare, in un pomeriggio estivo pigro e annoiato, la cugina Sabrina, che diventerà una delle protagoniste di questo omicidio.
Al centro della sentenza all’ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri – confermata in Cassazione – ci sono gli sms che dalle 14. 23 alle 14. 35 del 26 agosto, Sabrina scambia con Sarah e Mariangela – un’amica che doveva andare al mare quel giorno con le due cugine.
E su quei messaggi, sulle celle telefoniche che collocano Sarah in casa Misseri, sulle confessioni/ritrattazioni di Michele Misseri, che va in scena l’orrore nell’orrore: dopo 42 giorni di ricerche – il 6 ottobre 2010 – “zio Michele” cederà durante un interrogatorio, dopo che il PM Buccoliero incalzerà con le domande nelle 7 ore di interrogatorio, mentre la mamma di Sarah è ospite della trasmissione “Chi l’ha visto?”, in diretta televisiva dalla villetta dei Misseri.
In quegli istanti confusi, con l’inviata ancora ignara di ciò che sta accadendo e la giornalista Federica Sciarelli – conduttrice del programma tv – che cavalca l’onda di uno spettacolo agghiacciante senza mai fermare il collegamento per servire al pubblico la peggior pagina mai scritta di giornalismo/show televisivo, si consuma l’ultimo atto (che poi ultimo non sarà) di una tragedia mediatica senza precedenti.
La madre di Sarah appare incredula, stordita da ciò che sta accadendo, mentre la Sciarelli la informa che stanno uscendo le agenzie di stampa in cui si legge che gli inquirenti stanno cercando il corpo della piccola Sarah nelle campagne, a seguito dell’interrogatorio con Michele Misseri.
Il 6 ottobre 2010 il corpo senza vita di Sarah Scazzi verrà ritrovato in un pozzo in Contrada Mosca, nel terreno dei Misseri.
Da quel momento in poi si susseguiranno confessioni, ritrattazioni e pentimenti di “zio Michele”, rimasto all’ombra della figlia Sabrina all’inizio di questa storia, ma poi diventato perno centrale di un omicidio che, ancora oggi, non trova una reale soluzione.
Ciò che accade dopo è cronaca giudiziaria: Misseri verrà condannato a 8 anni di carcere per occultamento di cadavere e le due donne, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, all’ergastolo.
Cosa sia realmente accaduto in casa Misseri il 26 agosto 2010 non è mai stato realmente accertato. Una cintura che poi si trasformerà in corda nei racconti e nelle ricostruzioni di Zio Michele. Una violenza sessuale nei confronti della nipote di appena 15 anni che si consumerà dopo averla ammazzata e – ancora – che nella seconda versione del racconto diventerà un’imboscata di Sabrina per “dare una lezione a Sarah” a seguito della minaccia della Scazzi di “dire in paese” che lo zio l’aveva toccata.
Tante le versioni raccontate da Michele Misseri: frammenti di una verità che solo i protagonisti di questa vicenda conosceranno mai davvero. Una storia che non troverà soluzione, neanche alla luce di una verità processuale che sembra arroccarsi testardamente su prove indiziarie. Ipotesi e racconti di chi, in paese, parteciperà con sogni, racconti, presagi e supposizioni alla tragedia mediatica più tristemente celebre d’Italia. “Un orrore senza fine”, titolerà un quotidiano subito dopo il rinvenimento del cadavere di Sarah e dopo la prima – delle tante – confessioni di Michele Misseri.