Il Sindaco di Taranto, con proprio decreto del 16 aprile 2020, aveva deliberato l’istituzione del C.O.C. – Centro Operativo Comunale. Un organismo che, a seconda delle necessità e delle situazioni di emergenza sempre possibili ed imprevedibili, potesse avere poteri d’intervento immediato.
Ottima idea, non messa in pratica nel pomeriggio di ieri, giovedì 6 agosto, quando, per 20’ circa, si è abbattuto su Taranto una specie di putiferio che in pochi attimi ha messo in ginocchio un’intera città. Sottopassi inondati, auto sommerse da acqua e fango e persone imprigionate, salvate, con la solita abnegazione dal Corpo dei Vigili del Fuoco.
Melucci ed il suo C.O.C. si sono attivati, in netto ritardo, alle ore 19:00, quindi, solo dopo che il fattaccio era accaduto, cogliendo tutti impreparati.
Sarebbe bastato tenere in debito conto l’allerta meteo ARANCIONE che la Regione Puglia aveva anticipato nella mattinata e precisamente alle ore 12:00.
Sarebbe bastato che chi di dovere, ovvero i componenti lo staff del Sindaco, responsabili della comunicazione pubblica in seno al C.O.C., ne avessero dato giusta diffusione alla cittadinanza.
Sarebbe bastato che almeno per una volta , i referenti e la stessa Amministrazione Comunale avessero fatto il proprio dovere, nell’interesse dei cittadini. Nulla di tutto ciò. Resta la paura per il pericolo scampato.
Restano i danni morali e materiali. Resta, anche questa volta, un gran senso di impotenza di fronte a tanta superficialità.