“Come i tarantini sanno bene, dal 2012 vi è una legge regionale della Puglia che, tra le altre prescrizioni, di fatto ‘invita’ gli sportivi della città a fare attività all’aria aperta tra le 12 e le 18 durante i cosiddetti ‘wind days’, perché in quelle ore i livelli di inquinamento sono inferiori. Durante i wind days, infatti, il vento determina un impatto negativo sulla qualità dell’aria con particolare riferimento al PM10 e al benzo(a)pirene. A quanto pare, pero’, questa prescrizione potrebbe essere sbagliata. Secondo una ricercatrice del Cnr che ha effettuato un apposito studio, almeno per quanto riguarda le rilevazioni effettuate nel quartiere Tamburi, nei giorni di wind days avviene proprio il contrario: la concentrazione di PM10 tra le 12 e le 18 tende in media ad aumentare rispetto alle ore precedenti. E lo stesso avviene per l’inquinante SO2. So che i risultati di questo studio sono stati comunicati agli organi competenti, Asl di Taranto compresa. Per questo ho scritto una lettera all’Asl di Taranto per sapere come valuta lo studio e se ritiene necessario la modifica delle prescrizioni sui wind days”. Lo dice l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato, che aggiunge: “Le immagini della nube di polveri rosse di questi giorni dimostrano l’urgenza di intervenire per tutelare la salute dei tarantini. Bisogna chiudere l’area caldo e dire addio ai fossili una volte per tutte. Le ipotesi di una conversione all’idrogeno dell’ex Ilva devono seguire questa linea, per questo diciamo no al potenziale uso dell’idrogeno blu, ossia prodotto a partire dal gas naturale. Esiste l’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili, su cui la Commissione europea invita a puntare nella sua recente strategia. E’ ora di avere il coraggio di chiudere la stagione dei fossili per il bene dell’ambiente e della salute dei cittadini di Taranto”, conclude.