Nella immagine si mostra il parco omo che si trova sul lato est della fabbrica, quello adiacente alla strada statale per Statte, un’area dislocata tra la copertura dei parchi e l’area agglomerato. Questi cumuli, prelevati dall’area parchi sotto la copertura, vengono stoccati all’aperto prima di essere mescolati negli impianti agglomerato che creano una mistura, cosiddetta omogeneizzato, che poi sarà inviata agli impianti dell’altoforno. La cosa assurda ed inconcepibile è che questi minerali vengono prima stoccati sotto la copertura dei parchi mentre per il loro utilizzo vengono stoccati all’aperto. In questo modo la mastodontica struttura che copre i minerali di ferro e carbone diventa solo un’area di sosta, mentre durante il loro trasporto sui nastri per approvvigionare l’agglomerato e nello stoccaggio nella stessa area sono sempre scoperti!
I minerali che sono stati mescolati e cotti nell’impianto dell’agglomerato. Questi cumuli, anch’essi scoperti, sono stoccati nell’area rif, rifornimento agl. Qui si trovano già mescolati i minerali provenienti dall’area parchi più alcuni additivi. Da considerare che questi materiali hanno già subito un trattamento di cottura a 1300°, pertanto hanno un livello di tossicità molto più elevato del semplice minerale di ferro o di carbone.
Ed arriviamo ai nastri scoperti che, anche se con meno incremento di diffusione di polveri nell’aria che si innalzano sulla città, contribuiscono al drammatico quadro logistico che ha causato la tempesta rossa di sabato pomeriggio. Va specificato che questi nastri dovevano essere coperti nel 100% già a settembre 2016 secondo la prescrizione n. 6 (Chiusura nastri trasportatori), ma sappiamo che tali scadenze sono saltate a causa dei decreti legge che ne hanno prolungato i tempi di attuazione, ma per la gestione ArcelorMittal il termine ultimo era fissato al 31 maggio 2020. C’è anche da considerare che in sede di conferenza dei servizi del 26 maggio 2020 l’azienda ha chiesto una proroga di ulteriori 14 mesi per l’attuazione di questa prescrizione, e quindi per la totale chiusura dei nastri che trasportano il minerale, con termine ultimo per la copertura di tutti i nastri al 31/7/2021. Nella stessa conferenza dei servizi purtroppo il comune di Taranto, insieme alla Provincia e al Comune di Statte non hanno dimostrato obiezioni né opposizioni alla richiesta di questa ulteriore proroga, così come si legge nel verbale pubblicato in questo articolo. Per effetto del Decreto Ministeriale del ministro dell’ambiente Sergio Costa, invece, viene respinta la richiesta di proroga di 14 mesi. Il termine ultimo per l’attuazione della prescrizione nr. 6 è 30 settembre 2020.
In ultimo tutta l’area agglomerato è dotata di impianti che provocano notevole dispersione di materiali. Basta guardare queste foto per capire che tutti i minerali che sono stoccati sotto i parchi quando entrano negli impianti vengono dispersi nell’ambiente, oltre ad essere stoccati all’aperto. A tutto ciò va anche aggiunto l’apporto delle polveri che si sono innalzate dall’area discsrica Mater Gratiae, dove l’azienda stocca all’aperto fanghi e polverino di altoforno e acciaieria. Tutto ciò rappresenta un serio rischio ed avrà provocato un danno sanitario che nessuno è capace di calcolare. Per quanto successo sabato 4 luglio e per ciò che viene dimostrato in questo articolo, che inchioda l’azienda alle sue inadempienze, qualcuno dovrà risponderne, a partire dall’amministratore delegato Lucia Morselli, passando per i Commissari di Governo e finendo ai capi area e capi reparto che gestiscono gli impianti.
Oltre ai documenti presenti in questo articolo VeraLeaks è in possesso di altro materiale, che si riserva di pubblicare, che dimostra ciò che è accaduto durante l’evento meteo di sabato. Tutta la documentazione in nostro possesso viene messa a disposizione della Procura della Repubblica di Taranto.
Luciano Manna