A Montemesola così come in tutti i comuni della provincia di Taranto, la cooperazione tra cittadini rispettosi delle regole e sanitari impegnati giorno e notte per fronteggiare l’emergenza, ha prodotto strepitosi risultati. La nostra provincia, infatti, è una di quelle che ha registrato meno casi.
Eppure una provincia come quella di Taranto, flagellata dall’emergenza ambientale e dai tagli che ha subito negli anni la sanità a livello regionale, per via di scelte politiche infauste, ha risposto in maniera eccellente.
Adesso è ora di ripartire, facendo il punto della situazione e capendo come affrontare eventuali emergenze future. E’ stato questo il fulcro dell’incontro tenutosi a Montemesola, organizzato dal sindaco Vito Antonio Punzi e che ha visto tra gli interventi, quelli del professor Pier Luigi Lopalco, Responsabile coordinamento emergenze epidemiologiche della Regione Puglia; dell’avvocato Stefano Rossi e del dottor Michele Conversano, rispettivamente Direttore Generale e Direttore del Dipartimento di prevenzione dell’ASL di Taranto e della dottoressa Giuseppina Ronzino, Direttore del distretto socio sanitario n.6 del quale Montemesola fa parte.
Presenti anche il sindaco di Crispiano Luca Lopomo, il sindaco di Carosino Onofrio Di Cillo e il presidente della Provincia di Taranto e sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti, il sindaco di Faggiano Antonio Cardea, il sindaco di Sava Dario Iaia e un consigliere comunale per il comune di San Marzano.
«Incontrarsi in provincia di Taranto mi emoziona perché Taranto si è comportata in maniera egregia, sia per quanto riguarda i cittadini che per gli operatori sanitari» dichiara il professor Lopalco.
«Questo incontro – prosegue il professor Lopalco – serve principalmente per dire grazie e per ragionare su quello che è successo, capire bene cosa fare per evitare che si ripeta una crisi e, se dovesse ripetersi, come affrontarla al meglio. Abbiamo imparato che se questo virus inizia a correre e prende forza, non si ferma più. Dobbiamo intervenire prima che inizi a correre. Occorre aumentare la sorveglianza».
A tal proposito il professor Lopalco spiega che dalla scorsa settimana, in Puglia, è attiva una rete di medici sentinella, vere e proprie “sentinelle” sull’intero territorio regionale che anche durante l’estate, quando non vi è il minimo sospetto di malattia respiratoria, segnaleranno tutti i casi di febbre e tosse per monitorare come si diffondono i normali virus respiratori nella stagione estiva.
«Stiamo rafforzando i laboratori che in autunno si troveranno ad avere un carico di lavoro che sarà enormemente superiore a quello del passato. Dobbiamo fare diagnosi per differenziare l’influenza dal Covid. E, a proposito di influenza, stiamo partendo con un programma di vaccinazione eccezionale. Quest’anno – conclude il professor Lopalco – dobbiamo triplicare la copertura vaccinale in Puglia».
Orgoglioso di quanto fatto in Puglia, anche il dottor Michele Conversano.
«Siamo stati tutti bravi. I cittadini innanzitutto, poi noi operatori sanitari. Siamo riusciti a tenere le persone lontane dagli ospedali, in isolamento domiciliare. In alcuni momenti avevamo 3700 cittadini in provincia di Taranto, contattati ogni giorno per avere notizie, sapere come stavano. Abbiamo organizzato tamponi a domicilio e in tenda. Tutta la direzione centrale – dice Conversano – è riuscita a trasformare anche gli ospedali in centri Covid. Un grande gioco di squadra che mi ha reso come non mai, orgoglioso di essere pugliese, tarantino e operatore sanitario. Abbiamo dato questa dimostrazione di efficienza».
Ma l’emergenza può dirsi finita?
«Ora stiamo vivendo questa estate un po’ troppo liberamente – risponde il dottor Conversano -, ma è importante mantenere alta l’attenzione. Noi siamo pronti ed è tutto organizzato per fronteggiare (sperando non ce ne sia bisogno) una nuova emergenza».
«Mai abbassare la guardia» dice invece il Direttore della Asl di Taranto, avvocato Stefano Rossi.
«I numeri ci dicono senza dubbio che Taranto ha fatto un ottimo lavoro. Non è soltanto merito della buona organizzazione del servizio sanitario, ma dei cittadini che hanno rispettato le regole. Noi ci auguriamo non ci sia una recrudescenza del virus, ma qualora dovesse accadere, abbiamo riorganizzato il nostro presidio Covid».
Taranto dunque, si dice pronta a fronteggiare l’emergenza se malauguratamente questa dovesse ripresentarsi. L’ospedale “San Giuseppe Moscati”, convertito durante l’emergenza da polo oncologico riconvertito per questa emergenza a centro anti Covid, ha dato una risposta eccellente.
Attualmente, come spiega il Direttore Generale Stefano Rossi, l’ospedale Moscati ha ripreso la naturale vocazione oncologica, ed è stato riorganizzato il solo padiglione delle malattie infettive che, insieme al padiglione donato dalla protezione civile con 20 posti letto, è diventato quello che viene chiamato “Mini Covid”.
«Un polo autonomo – spiega il Direttore Rossi – dedicato esclusivamente all’eventualità di questa denegata recrudescenza, con circa 80 posti letto disponibili».
Montemesola è stato uno dei comuni che ha registrato, fortunatamente, pochissimi casi positivi (tre) e zero decessi. I cittadini hanno rispettato le regole e le disposizioni, la protezione civile facente capo all’Associazione di volontariato “Pinuccio Giacobelli”, ha svolto un lavoro egregio per il contenimento dei contagi, effettuando servizio di spesa a domicilio, acquisto farmaci, ritiro di prescrizioni mediche e donazione di mascherine a tutti i concittadini, consegnate dai volontari presso ogni singola abitazione.
Diverse sono state anche le operazioni di sanificazione all’interno del paese e non è mancata la solidarietà, con la raccolta e consegna di alimenti alle famiglie bisognose, con la collaborazione del parroco Don Andrea Casarano.
Il sindaco Vito Antonio Punzi di tutto questo si dice orgoglioso.
«Sono soddisfatto di come Montemesola ha affrontato le problematiche e dell’atteggiamento dei concittadini – dice il sindaco -, sono stati collaborativi e attenti a quelle che sono state le indicazioni. Continuo a dire, anche se qualcuno ha minimizzato il mio ripetermi, di non abbassare la guardia, dobbiamo essere certi di aver superato questo momento quando ci saranno gli elementi per dire che ce l’abbiamo fatta. È chiaro- prosegue – che a Montemesola come ovunque, stiamo vedendo riprese lente. Ancora abbiamo tensioni e preoccupazioni. Abbiamo subito un colpo non indifferente. Dobbiamo cogliere tutti gli elementi che possono essere d’aiuto per aziende e famiglie. Dobbiamo essere ottimisti. Io – conclude – sono fiducioso nelle istituzioni».