Roma, 2 luglio – L’attuazione della rete di Monitoraggio Integrato ha preso il via sulla base del progetto redatto. Nel prossimo mese di ottobre riprenderanno le nuove attività di rilevamento dei dati ambientali così come previsto dal progetto elaborato dal Commissario Straordinario per la Bonifica di Taranto, Vera Corbelli. Conclusa la progettazione, sono ora in corso le procedure per l’espletamento delle gare dedicate all’acquisto delle forniture, delle strumentazioni e dei servizi necessari, prevalentemente strumenti di indagine e software per l’elaborazione dei dati. Un “mega cervellone informatico”, riceverà le informazioni dagli oltre cinquecento siti o stazioni mobili e fisse di monitoraggio e dai laboratori di analisi e li incrocerà e rielaborerà fornendo informazioni sulla qualità delle acque e dei suoli e dei sedimenti.
I rilievi su base annua lungo tutta la rete di monitoraggio vede per le acque superficiali 227.760 dati, 777.813 dati per le acque sotterranee, 1.909.680 per il comparto mare, 24.136 per il comparto suolo, 6.237 per la matrice alimentare. Il comparto mare si avvarrà di 16 piattaforme di rilevamento, 8 nel Mar Piccolo di Taranto e 8 nel Mar Grande di Taranto, 12 camere bentiche nel Mar Piccolo e 41 stazioni mobili, di cui 24 nel Mar Piccolo e 17 tra Mar Jonio e Mar Grande.
Per la prima volta si si attua un percorso innovativo più̀ ampio rispetto a quello delineato nell’ambito del Protocollo d’intesa del 2012 (in linea con i contenuti della Legge 20/2015, valutata e condivisa dal Tavolo Istituzionale Permanente nell’ambito del Contratto Istituzionale di Sviluppo), condotto con l’attuazione di una serie di azioni/interventi in serie ed in parallelo, a medio e lungo termine, che affronta le problematiche ambientali nella loro interezza per fornire risposte efficaci ed efficienti basate su valutazioni di altissimo valore tecnico e scientifico, continuamente e costantemente controllate attraverso: una cooperazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni scientifiche, la partecipazione attiva degli Enti preposti ed il coinvolgimento di tutti stakeholder, un costante monitoraggio. La progettazione sviluppata costituisce un “prodotto” del percorso tecnico-scientifico-gestionale innovativo multiscalare e multidisciplinare, che in una visione in una visione integrata e di tipo “top down”, è stato realizzato sull’area di crisi ambientale.
Percorso che si è fondato sulla conoscenza: dello stato attuale, dell’evoluzione del sistema fisico/ambientale e dei processi geo-chemio-meccaniciche agiscono al suo interno, in una visione integrata ed olistica. Il percorso innovativo, così circoscritto, ha consentito di determinare e declinare un sistema di monitoraggio finalizzato alla tutela della salute e dell’ambiente e rappresenta, nel contempo, il presupposto ineludibile, per la progettazione e realizzazione di ulteriori interventi di bonifica, ambientalizzazione e rigenerazione dell’area di riferimento.
Il Piano di Monitoraggio Integrato contempla l’intera Area di Crisi Ambientale di Taranto essendo le cause e le sorgenti di contaminazione molteplici e diffuse su tutto il territorio ed i vettori di trasporto condizionati da domini fisici ben più̀ ampi dei siti interessati dagli interventi. Le risultanze del monitoraggio consentiranno di valutare l’efficacia delle differenti azioni/interventi poste in essere e, eventualmente, rivedere alcune delle misure in atto e/o programmate. Un aspetto fondamentale derivante da questa iniziativa risiede appunto nel fatto che, mediante il monitoraggio dinamico di tutti gli aspetti relativi alle pressioni ambientali, sarà̀ possibile identificare l’impatto delle pressioni anche sugli insediamenti di produzione e salvaguardare la sicurezza alimentare rispetto alle produzioni locali
In tale ambito, potendo contare su strumentazioni che inviano dinamicamente indicazioni sulla presenza e concentrazione di inquinanti
Attraverso la strumentazione e lo studio del territorio in relazione ai suoi vari aspetti, sarà̀ possibile anche avviare azioni di contrasto alle eco-mafie (discariche abusive di materiali tossici, occultamento sotto i terreni di involucri contenenti sostanze tossiche) e limitarne l’impatto rispetto ai cittadini ed alla sicurezza alimentare. il “Sistema di Monitoraggio integrato Acqua e Suolo”, un progetto, scaturito da una partecipazione e condivisione con tutti soggetti interessati, quali: MATTM, ISS, ISPRA, ARPA ed ASL.
L’attuazione del “Sistema di Monitoraggio”, finalizzato alla tutela delle risorse ambientali ed alla sicurezza per la salute umana, vede la partecipazione diretta, mediante accordi di collaborazione istituzionale, dell’Arma dei Carabinieri – specificatamente Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, Nucleo Operativo Ecologico e Comando Provinciale di Taranto – e dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il Piano di Monitoraggio consente il controllo, nel tempo, delle matrici ambientali: acque, suolo e sottosuolo, nonché quello delle matrici alimentari di origine vegetale; e la costante verifica dell’evoluzione degli scenari di contaminazioni .
592 sono le stazioni di monitoraggio all’interno dei 564 chilometri quadrati di area di crisi ambientale, attraverso le quali sarà: controllato lo stato qualitativo e quantitativo delle acque superficiali e delle acque sotterranee; rilevati i fattori meteomarini-oceanografici e i fattori fisici, fisico-chimici, ambientali ed ecotossicologici del Mar Piccolo e del Mar Grande; controllato lo stato qualitativo dei suoli; monitorata la matrice alimentare di origine vegetale destinata sia all’alimentazione umana sia all’alimentazione zootecnica.
Nelle more di attivare la rete di monitoraggio integrato, il Commissario Straordinario ha già̀ eseguito, attività̀ di monitoraggio:
§ dello stato qualitativo della colonna d’acqua e dei sedimenti nel Mar Piccolo di Taranto;
§ dello stato quali-quantitativo della falda sotterranea;
§ meteo-climatico, mediante l’istallazione di n.3 stazioni presso i Comuni
di Statte e Montemesola e presso la sede del POLIBA di Taranto;
§ idrometrico, mediante l’istallazione di n. 1 stazione presso il Fiume
Galeso;
§ dello stato quali-quantitativo dei principali corsi d’acqua.
“Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto proprio per la sua importanza in un’area che merita grande attenzione da parte delle istituzioni per riportare luoghi importanti per l’economia nazionale ad un migliore livello di qualità della vita”. Lo ha detto il generale Adelmo Lusi del Comando carabinieri per la Tutela della salute, intervenendo oggi a Roma, nella sede del comando dei Nas, alla presentazione del piano di monitoraggio integrato acqua e suolo dell’area di Taranto, iniziativa che parte dal commissariato di Governo per la bonifica di Taranto e vede coinvolto anche l’Istituto Superiore di Sanita (Iss), Arma dei Carabinieri attraverso i nuclei specializzati Nas e Noe e il comando provinciale di Taranto, e l’Ispra. “I Carabinieri – ha detto il generale Lusi – cercheranno di portate nei nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, il proprio contributo professionale, con l’esperienza che i Nas hanno acquisito nel tempo, per migliorare se possibile il lavoro che è stato svolto”. Per il generale Maurizio Ferla, del comando Carabinieri Nucleo operativo ecologico (Noe), “siamo stati come Noe pionieri per questa esperienza visto che aderiamo dal 2016”. Quello di Taranto, ha aggiunto Ferla, “è un territorio che purtroppo conosciamo bene e lo conoscevamo già in quanti destinatari di molte deleghe dell’autorità giudiziaria. Sappiamo – ha sostenuto Ferla – che è un territorio molto problematico ma quello che noi abbiamo eseguito lì, sul campo, quello che abbiamo notato, non è stato niente di più e niente di meno rispetto allo scempio che possiamo osservare in varie parti del territorio nazionale”. “Abbiamo compiuto decine di sopralluoghi e visto oltre 400 siti”. “Per ogni sito – ha proseguito il generale Ferla – abbiamo trovato rifiuti che dimostrano la crisi del ciclo dei rifiuti che riguarda l’Italia e il Sud in particolare, tranne qualche eccezione. Si tratta di abbandoni incontrollati ma non è una caratteristica peculiare di Taranto” ha rilevato Ferla che poi, fornendo alcuni dati dell’attività dei Carabinieri, ha citato la scoperta di 89 siti contenenti amianto e i 5 siti sottoposti a sequestro.
“L’iniziativa messa in campo per Taranto è meritevole della massima attenzione, conosco il lavoro che il commissario di governo, Vera Corbelli, ha effettuato e adesso la collaborazione dell’Arma dei carabinieri assicura un nuovo successo, un nuovo traguardo di quella che è un’opera di risanamento necessaria e che penso possa essere un modello anche per altre parti d’Italia”. Lo ha detto Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenendo oggi alla presentazione del piano di monitoraggio integrato acqua e suolo dell’area di Taranto svoltasi a Roma nella sede del comando Nas dei Carabinieri. “È un modello – ha detto Letta – che spesso esaltiamo solo a parole ma quando poi si vedono i risultati, si deve prendere il coraggio di replicare anche altrove, in altre aree del Paese, questo modello. La presenza dei Carabinieri è una garanzia di successo, augurandoci di essere fuori dalla pandemia – ha proseguito Letta – per riprendere non dico la normalità ma per mobilitare tutte le energie del Paese sulla strada dello sviluppo e della crescita. E il Paese – ha sostenuto ancora Gianni Letta – potrà crescere e tornare allo sviluppo, se affronta i problemi di cui si parla oggi, mobilitando le energie in una comunanza di visione”. Il commissario di Governo per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, rispondendo a Letta, ha detto che col monitoraggio ambientale integrato “le forze sane dello Stato si sono messe insieme per portare avanti dei percorsi virtuosi e dare così risposte concrete ai mali di cui è afflitto il nostro territorio”. Per Corbelli, “queste forze sono chiamate, al di la delle persone che le rappresentano, a continuare a lavorare insieme per dare un esempio all’italia e all’Europa. Con questo monitoraggio integrato, abbiamo una stretta connessione tra ambiente e salute”.
“L’esperienza di Taranto in materia di bonifica e risanamento ambientale ci richiama la necessità di un approccio sì complesso ma integrato e multidisciplinare. Ma questo è anche il modo in cui deve lavorare la pubblica amministrazione. Il lavoro fatto a Taranto dal commissario Vera Corbelli è un modello anche per altre realtà italiane. Un modello che si basa anche sul dialogo col territorio e quindi esprime l’idea di una burocrazia moderna e non chiusa in se stessa. Un modello di buona pubblica amministrazione che dobbiamo valorizzare per il futuro”. Lo ha detto oggi il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut, collegandosi col seminario svoltosi presso il comando Carabinieri Nas a Roma dove è stato presentato il piano integrato di monitoraggio acqua e suolo per l’area Sin di Taranto e area di crisi ambientale di Taranto che vede insieme, oltre al commissario di Governo per la bonifica di Taranto, anche Arma dei Carabinieri, attraverso i comandi nazionali dei Nas e del Noe, l’Istituto Superiore di Sanità, il ministero dell’Ambiente, l’Ispra e l’Arpa Puglia.
“L’Istituto Superiore di Sanità collaborerà al piano integrato di monitoraggio ambientale di acqua e suolo dell’area di Taranto. Lo ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto (Iss), intervenendo nel seminario . “È un momento molto importante che abbiamo costruito nel tempo – ha detto Brusaferro – ed io mi sono unito a questa iniziativa personalmente l’anno scorso e da quel momento abbiamo avviato una collaborazione intensa. La collaborazione – ha aggiunto il presidente dell’Iss – è poi continuata la scorsa estate, è sfociata anche in questo accordo, che è poi una parte degli altri accordi che sono in atto per fare di Taranto un modello dove la scienza, la tecnologia, le migliori risorse del Paese, nell’ analisi dei fattori di rischio, trovano anche gli spunti e le risorse per superarli e farli diventare un’opportunità di crescita per il nostro Paese”. “Di questo certamente il commissario Corbelli è un’anima – ha sottolineato Brusaferro – e l’Istituto Superiore di Sanita è presente, può essere presente, certamente lo sarà, in quest’opera che riguarda certamente Taranto e che può rappresentare un paradigma per il Paese”.
Intervenuti oggi nel dibattito anche Stefano Laporta, direttore generale di Ispra, Antonio Uricchio, presidente di Anvur, l’Agenzia nazionale per la valutazione dell’Università e della ricerca, e Vito Uricchio del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).