Nella tarda serata di qualche giorno fa, non è sfuggita all’attenzione della pattuglia della Polizia Ferroviaria, in servizio nella stazione di Taranto, una coppia di giovanissimi genitori, con un bimbo di cinque mesi, che si aggirava con aria spaesata in stazione, chiedendo informazioni. Accolti dagli agenti in ufficio, i due ragazzi di venti e diciotto anni, hanno chiesto loro a che ora partisse il primo treno per la Calabria, dovendo rientrare in famiglia. Nella circostanza i due genitori hanno confidato ai poliziotti di aver raggiunto il paese della ragazza nelle campagne pugliesi, in cerca di lavoro, ma di non aver trovato nulla. Motivo per il quale avevano deciso di rientrare in Calabria presso la famiglia del ragazzo. Alla notizia che il primo treno utile era previsto per la mattina seguente, i due giovani sono stati presi dallo sconforto non sapendo dove andare. Per tale motivo gli agenti si sono mobilitati e tramite un sacerdote della città hanno trovato loro un ricovero per la notte.
Una delle tante storie, che accadono nelle stazioni ferroviarie, dove transitano migliaia di persone, alcune in difficoltà, facili da riconoscere, anche se non chiedono né pretendono nulla. Il lavoro del poliziotto è anche questo, osservare le situazioni critiche ed intervenire con ogni supporto e sostegno, soprattutto in presenza di minori.