“Non un soldo del Just Transition Fund vada all’ex Ilva, come vorrebbe Raffaele Fitto, o alle fonti fossili, come richiesto espressamente dalla Lega durante il dibattito di oggi al Parlamento europeo con la commissaria Ue agli Affari regionali Elisa Ferreira. In tanti, stanno cercando di affermare il concetto per cui la transizione economica ed ecologica a Taranto passa per l’acciaieria. Non è così, e se qualcuno ci proverà, non lo permetteremo. I fondi del JTF dovranno servire a creare occupazione con le bonifiche, a sostenere il reddito e la riqualificazione professionale degli operai licenziati da ArcelorMittal in barba alle promesse. Dovranno servire a finanziare le piccole e medie imprese che scommetteranno sui nuovi mercati ‘verdi’. E’ quanto ho ribadito oggi rivolgendomi alla commissaria Ferreira”. Lo dice l’eurodeputata tarantina Rosa D’Amato. “Nel dibattito al Parlamento – continua – siamo riusciti a fare chiarezza anche su un altro falso mito: a dispetto di quello che va dicendo Fitto, con la nuova proposta della Commissione europea non ci sono stati tagli alla politica di coesione, ma un aumento di 55 miliardi grazie a React EU, cui aggiungere l’aumento da 7,5 a 40 miliardi del JTF. Semmai, il tema da affrontare è un altro: serve anticipare più somme possibili di React EU al 2020, privilegiando i Paesi più colpiti dal coronavirus. Questo nell’immediato. Per il futuro, invece, è necessario riformare il Patto di stabilità prima che esso torni in vigore, prevedendo, per esempio, lo scorporo degli investimenti verdi. L’ideale sarebbe archiviare la stagione del Patto una volta per tutte, ma su questo la strada è ancora lunga”, conclude D’Amato.